Al via il progetto 'Tavi è Vita', sostenuto dalle società scientifiche
La sua prognosi è peggiore rispetto a quella del cancro al colon o il cancro polmonare metastatici, eppure la conoscenza della 'stenosi aortica', cioè la riduzione della capacità di apertura della valvola aortica, che ostacola il passaggio del sangue tra il ventricolo sinistro e l'aorta, risulta essere scarsa tra i medici di famiglia e anche tra i cardiologi del territorio. Lo sottolinea Giuseppe Tarantini, Presidente della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (Gise) sulla base dei risultati di un'indagine Doxapharma.
"Una scarsa conoscenza - afferma Tarantini - che si traduce in un danno per i pazienti, più di un milione in Italia, in particolare circa il 10% della popolazione oltre i 65 anni. Se il medico di base è 'poco sensibile' a questa patologia assume a volte 'atteggiamenti attendisti' e il 41% dei malati non viene operato con la dovuta urgenza". Questa poca conoscenza si riversa anche sulle opzioni terapeutiche e sul percorso ideale che dovrebbe fare il paziente affetto da tale patologia.
E' per questo che Gise, la Societa Italiana di Cardiologia (Sic) e la Società Italiana di Chirurgia Cardiaca (Sicch) hanno lanciato il progetto 'Tavi è Vita', per sensibilizzare i medici del territorio al riconoscimento della stenosi valvolare aortica e all'avviamento di approfondimenti diagnostici, diffondendo i dati attuali sull'efficacia e la sicurezza della Tavi. Una serie di 'weekend informativi' e 'tavoli di lavoro' regionali con i principali esponenti della cardiologia interventistica italiana partiranno presto a cominciare da Piemonte e Campania.
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