Smi: non hanno nessuna tutela e non fanno più figli
Lavorano di giorno e di notte, turni duri e grandi responsabilità, ma i loro diritti sono ben lontani dall'ideale di pari opportunità. Rispetto ai colleghi maschi, per le circa 44 mila donne medico convenzionate italiane la vita non è facile. Soprattutto in tema di maternità e diritti poichè il contratto libero-professionale dei medici convenzionati non prevede una serie di tutele garantite invece a chi è dipendente. Sono medici del 118, di famiglia, delle guardie mediche, pediatre di famiglia, specialiste ambulatoriali e superano in numero i camici bianchi uomini specialmente al Nord, come nel caso del Piemonte, ma quando arriva il momento di fare un figlio ci pensano su più di due volte.
Finiti i cinque mesi di maternità infatti, il loro contratto non prevede pause per l'allattamento: l'unico modo per continuare a nutrire il figlio al seno è prendere giorni o periodi di malattia.
L'argomento è oggi al centro, insieme con altri temi, dell'incontro al Ministero della Salute chiesto dal Sindacato medici italiani (Smi) che evidenzierà come le attuali disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità prevedano uno specifico trattamento per i riposi giornalieri della madre lavoratrice, intendendo in tal senso unicamente le dipendenti, ma escludendo le donne medico convenzionate. "E' inaccettabile che un medico, per il semplice fatto di essere un convenzionato, sia così pesantemente penalizzato a causa dell'assenza di una norma specifica e chiara e che quella vigente neghi il diritto anche economico al riposo per allattamento, giustamente garantito alle colleghe che lavorano come dipendenti", commenta il segretario generale dello Smi Pina Onotri.
Al Ministero della salute il sindacato proporrà uno specifico trattamento per i riposi giornalieri della madre lavoratrice anche quando è un medico convenzionato. Non solo: quando svolgono lavori a rapporto orario con turni anche di notte in gravidanza, è necessario che vengano ricollocate temporaneamente con esenzione dalle notti, così come durante i primi mesi di vita del figlio. "Chiediamo anche - conclude Onotri - che vengano studiati sistemi di flessibilità oraria per i medici donna che lavorano nei dipartimenti di emergenza. E l'introduzione di asili nido in strutture ospedaliere e asl sul modello di quello del Ministero della Salute"
Sono ormai abbastanza numerosi, anche fra i medici e gli odontoiatri, i casi in cui, al momento della morte del professionista, il diritto alla pensione a superstiti venga attribuito ad un suo nipote, anche in presenza di genitori viventi.
A partire dal 2027 la Ragioneria reputa possibile un aumento di tre mesi dei requisiti necessari per il pensionamento, sia di vecchiaia sia anticipato
"I limiti di tempo massimi, entro i quali deve essere garantita una prestazione ambulatoriale, prescritta con ricetta rossa e dematerializzata, variano a seconda del grado di priorità"
"Le professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione soffrono di una scarsa attrattività, dovuta a prospettive professionali limitate e a opportunità lavorative non adeguate"
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
Commenti