Grazie all'intelligenza artificiale analizza le risposte dei pazienti
Un'app basata sull'intelligenza artificiale è risultata più brava dei medici di base 'in carne e ossa' nel fare diagnosi basate sulle risposte dei pazienti. Ad affermarlo è Babylon, la start up britannica che l'ha sviluppata, che ha già però registrato, riporta il sito della Bbc, lo scetticismo dei 'general practitioner' britannici. L'algoritmo, che ha la forma di un chatbot, un software che simula una conversazione, una volta fatta una serie di domande al paziente formula una o più diagnosi con una percentuale di probabilità. Per testarlo la Babylon lo ha sottoposto all'esame che il Royal College of General Practitioners, l'equivalente del nostro ordine dei medici, richiede per l'iscrizione, e il risultato è stato un punteggio dell'81%, superiore alla media del 72% dei medici 'umani'.
In un altro test è stato chiesto alla AI e a 7 diversi medici esperti di fare una diagnosi per ognuno di 100 set di sintomi, e l'accuratezza di Babylon è risultata dell'80%, mentre i medici hanno totalizzato dal 64% al 94%. Il risultato è stato presentato ad un congresso, e ha subito provocato la risposta dell'ordine. "Una app può riuscire a superare un test di conoscenze cliniche, ma non riuscirà mai a fare quello che fa un medico - ha affermato il Royal College of General Practitioners in un comunicato -. La risposta a uno scenario clinico non è sempre netta". All'obiezione ha risposto il Ceo di Babylon, Ali Parsa. "siamo pienamente coscienti del fatto che un'intelligenza artificiale non può esaminare un paziente da sola - afferma -. Ecco perchè per noi è una 'spalla' del medico, non potrà mai sostituirlo ma solo aiutarlo".
"L’introduzione del ruolo unico per i medici in formazione, senza un impianto normativo chiaro e condiviso, avrebbe generato confusione, disuguaglianze e criticità organizzative"
"I limiti di tempo massimi, entro i quali deve essere garantita una prestazione ambulatoriale, prescritta con ricetta rossa e dematerializzata, variano a seconda del grado di priorità"
La riforma delle Case di comunità rischia di non risolvere il problema. Paolini: "Serve una medicina generale equiparata alla formazione delle altre specialità universitarie"
"La Medicina Generale è divenuta il capro espiatorio a cui attribuire tutte le pecche, i ritardi e i malfunzionamenti del Servizio Sanitario, anche quando, nel caso delle liste di attesa, la Medicina Generale non ha alcuna responsabilità"
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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