Dati in calo, ma crescono i furbetti del cartellino
Sessantaquattro i licenziamenti nelle Asl italiane. Il personale sanitario non è cima alla lista – guidata dai comuni con 77 unità – ma è sicuramente in una buona posizione. Nel complesso scendono i licenziamenti di dipendenti pubblici ma sale la fetta, quasi la metà, che deriva da assenze irregolari o meglio false presenze, truccate dai cosiddetti furbetti del cartellino.
Secondo i dati raccolti dal ministero della P.A, nel 2017 sono stati messi fuori dall'ufficio 324 lavoratori: venti in meno rispetto al 2016 (-6%) anche se molti di più a paragone con gli anni precedenti, quando il bilancio non oltrepassava mai la soglia dei trecento. Se però si guarda alla causa, aumentano a 55 gli espulsi per avere passato il badge al tornello per poi andarsene a casa, o a fare shopping o ancora sport, come raccontano le cronache degli ultimi tempi.
D'altra parte nel frattempo, da metà 2016, è partita la stretta Madia per i furbetti colti in flagrante. La prova schiacciante, come una ripresa video, permette di percorrere una via accelerata, da chiudere entro un mese. Ecco che, secondo il conto aggiornato dal dipartimento della funzione pubblica, da quando sono entrate in vigore le nuove regole i licenziamenti lampo sarebbero stati 40. Dalla tabella pubblicata sul sito del ministero, il colpo grosso, con otto persone coinvolte, sarebbe stato quello dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli - direzione regionale per la Lombardia (e non di Arezzo come indicato dallo stesso ministero nel primo monitoraggio, a fine gennaio).
Seguono i tre casi del comune di Piacenza e quelli doppi di Villanova d'Asti, degli Affari Esteri, dell'ospedale Cardarelli di Campobasso e delle Aziende sanitarie dell'Emilia Romagna e di Albano laziale. Sintomo che spesso l'operazione si fa in tandem. Fin qui la situazione ad oggi, salve revisioni dei provvedimenti e reintegrazioni. La procedura rafforzata non è la sola novità, è stato stretto un accordo con la Guardia di Finanza per controlli a campione. Blitz che avrebbero già portato risultati. Tornando al 2017, a collezionare più licenziamenti sono stati i comuni (77), seguiti a poca distanza da scuola (71), ministeri e agenzie (68) e, come accennato in apertura, Asl (64).
Quanto alla causa, rispetto al 2016 salgono i licenziamenti per 'doppio lavoro', da 6 a 18; invece scendono tutte le altre tipologie, soprattutto i cacciati per via di reati (da 117 a 80). Un po' in calo anche i 'cartellini rossi' per cattiva condotta (72). E lo stesso vale per i travet mandati via dopo assenze ingiustificate (99) ma, sommando questi casi alle 'false presenze', dietro sempre assenteisti ci sono, ecco che la somma sale a 154 (dieci in più rispetto al 2016). In tutto i procedimenti disciplinari avviati, che possono finire con il semplice richiamo o, come conseguenza estrema, con la cessazione del rapporto di lavoro, sono stati 8.576. Quelli già conclusi sono il 66% (1.300 sono partiti solo a dicembre).
Di questi il 26% si sono tradotti in punizioni di peso, tra cui le sospensioni dal servizio, che calano in maniera netta, di oltre un terzo. Non sempre però a una contrazione delle sospensioni corrisponde una diminuzione dei licenziamenti, accade così per i furbetti del cartellino e per chi svolge un lavoro extra non autorizzato. Segnale che o gli episodi sono stati più clamorosi del passato o la censura più stringente.
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