Cattive notizie per chi, come Winston Churchill, Napoleone, Papa Giovanni XXIII e Pirandello, la notte si accontenta di sonnellini lampo. Finendo per accumulare meno di sei ore di riposo a notte. Le persone che dormono poco, infatti, sono più a rischio di sviluppare un'alterazione del glucosio a digiuno, condizione che può precedere il manifestarsi del diabete di tipo 2.
Lo rileva uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Buffalo (New York), fra cui anche lo scienziato italiano Maurizio Trevisan, e presentato alla 49esima conferenza annuale dell'American Heart Association a Tampa, in Florida.
Il diabete di tipo 2 si sviluppa quando l'organismo produce troppa insulina e non riesce a utilizzarla in modo efficiente. I ricercatori hanno indagato su 1.455 volontari, seguendoli per sei anni. Così hanno visto che quelli che dormivano in media meno di sei ore a notte, erano 4,5 volte più a rischio di sviluppare problemi con il glucosio rispetto a chi riposava da sei a otto ore a notte.
Si tratta di un nuovo farmaco per conservare la funzione beta internazionale: è la ricerca Fabulinus, e quello del pediatrico fiorentino è l'unico centro italiano attivo coinvolto
Soprattutto se rossa e lavorata, analisi su 2 milioni di persone
Con il nuovo sensore FreeStyle Libre 2 Plus le persone possono visualizzare il proprio glucosio con una rapida occhiata al cellulare e prendere decisioni appropriate ora con un’accuratezza migliorata (8,2%) e indicato per l’uso dai 2 anni in su
In Italia, secondo le proiezioni Istat, se proseguisse il trend in crescita degli ultimi decenni, nel 2040 il dieci per cento della popolazione avrà il diabete
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