Le funzioni attribuite al direttore sanitario di una clinica «possono formare oggetto sia di un rapporto di lavoro subordinato che di un rapporto di lavoro autonomo». Perché nessuna norma impone l’adozione di un determinato tipo di rapporto.
A chiarirlo è la sezione lavoro della Cassazione (sentenza n. 10313, depositata il 21 aprile), annullando con rinvio una sentenza della Corte d’appello di Venezia e accogliendo il ricorso di una casa di cura. Dopo un’ispezione, la clinica si era vista intimare dall’Inps il pagamento di ben 3,5 milioni di euro per contributi e somme aggiuntive relative al periodo dal 1° marzo 1990 al 30 novembre 1996, dovuti per alcuni medici e per il direttore sanitario. Il tribunale di Padova aveva accolto l’opposizione della casa di cura al decreto ingiuntivo, ma la Corte d’appello di Venezia aveva riformato la sentenza, sostenendo che per il solo direttore sanitario era configurabile un rapporto di lavoro subordinato e dunque era dovuto il versamento all’Inps di 276.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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