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Eosinofili biomarkers per definire fenotipi clinici BPCO

Pneumologia Redazione DottNet | 04/12/2017 20:08

Nuova relazione tra eosinofili del sangue, caratteristiche cliniche e mortalità nei pazienti con BPCO.

Diversi studi sono stati condotti per comprendere meglio l'eterogeneità dei pazienti con BPCO e per identificare diversi fenotipi ed endotipi. Più specificamente, l'identificazione di fenotipi clinicamente rilevanti con risposte specifiche ai trattamenti è un obiettivo importante per la ricerca attuale e futura, al fine di consentire una corretta personalizzazione del trattamento basata sul rapporto rischio / beneficio previsto per ciascuna classe di farmaci e disponibile per ogni singolo paziente.

I biomarcatori rappresentano una strada importante della ricerca in questo settore. Diversi studi, infatti, suggeriscono che, nei pazienti con BPCO, la quantità di eosinofili nel sangue è associata a specifici fenotipi clinici definiti da: 1) esacerbazioni più frequenti; 2) migliore risposta ai corticosteroidi per via inalatoria (ICS) per la prevenzione delle esacerbazioni.

A tal proposito è stato analizzato un gruppo di fumatori ed ex fumatori (> 10 confezioni-anno), di età> 40 anni con BPCO confermata mediante spirometria.

Lo studio è stato condotto su 458 pazienti, di cui 12 reclutati da medici specialisti in medicina respiratoria provenienti da centri ospedalieri universitari di assistenza terziaria.

I pazienti sono stati suddivisi in gruppi di Eos + ed Eos- in base al livello di Eos ematico, utilizzando diverse soglie, eseguendo tre serie di analisi. Le differenze dei tassi di mortalità e le caratteristiche cliniche sono state valutate utilizzando il test chi quadrato o test esatto di Fisher, e test di Wilcoxon o Kruskal-Wallis per variabili quantitative. Sono stati valutati diversi dati: storia medica e del fumatore, esposizione professionale, dispnea, tosse e produzione di espettorato, esacerbazioni nell'anno precedente, storia di allergia e asma, sintomi nasali, indice di massa corporea, punteggio totale del questionario respiratorio di San Giorgio ( SGRQ), spirometria post-broncodilatatore, comorbidità diagnosticate dal medico e farmaci.

Per tutti i cut-off, non vi è stata differenza tra i gruppi Eos + ed Eos- nelle analisi univariate ad eccezione del punteggio di diabete e SGRQ (più frequenti e più compromessi, rispettivamente, nelle categorie Eos inferiori). In particolare, non vi era alcuna differenza nel tasso di esacerbazione, nella storia di asma o nella sopravvivenza a tre anni.

In conclusione in questa coorte di BPCO, i pazienti Eos + (indipendentemente dal cut-off scelto) non presentavano specifiche caratteristiche cliniche, specialmente in merito ai sintomi, la funzionalità polmonare, le riacutizzazioni e, soprattutto, la prognosi.

La qualità della vita correlata alla salute è risultata migliore solo nei pazienti Eos +. Questi risultati differiscono da quelli di molti altri studi, che possono riguardare differenze nelle popolazioni dei pazienti e sottolinea che il conteggio degli eosinofili potrebbe non essere un biomarker generalizzabile per definire i fenotipi clinici della BPCO.

 Fonti bibliografiche

Zysman M, Deslee G, Caillaud D, Chanez P, Escamilla R, Court-Fortune I, Nesme-Meyer P, Perez T, Paillasseur JL, Pinet C, Jebrak G, Roche N, Burgel PR. Relationship between blood eosinophils, clinical characteristics, and mortality in patients with COPD. Int J Chron Obstruct Pulmon Dis. 2017; 12: 1819–1824

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