Il problema è per il 5-10% di chi vive in casa e fino all' 85% per chi è ricoverato nelle strutture
Dalla depressione alle demenza, dalla difficoltà a masticare alle alterazioni del gusto: sono 9 e iniziano con la lettera D, i principali fattori di rischio che portano alla malnutrizione negli anziani. Un problema che riguarda il 5-10% di quelli che vivono nelle loro case, e fino all'85% di chi vive in strutture. Sarà questo uno dei temi al centro della prima edizione del Meeting Salute di Rimini, che si terrà dal 20 al 26 agosto. "La nutrizione è correlata sia con la prevenzione sia con l'instaurarsi o l'aggravarsi di diverse patologie e rappresenta un'importante arma per ridurre gli anni di disabilità", spiega Michela Barichella, presidente della Brain and Malnutrition Association Onlus.
Il nostro metabolismo e la capacità di assorbimento dei nutrienti cambiano negli anni, dunque ogni età ha la sua dieta. Inoltre il rapporto tra il soggetto anziano e il modo di alimentarsi è influenzato, in particolare, da alcuni fattori di rischio per la malnutrizione: disturbi cognitivi (Dementia), disturbi dell'umore (Depression), malattie acute o croniche (Disease), alterazione del gusto (Dysgeusia), diarrea (Diarrhoea), medicine (Drugs), problemi di dentizione (Dentition), disfunzione (Dysfunction) e disturbi della deglutizione (Dysphagia)
La corretta alimentazione è invece essenziale per mantenere gli anziani in buona salute, perché mangiando di meno il soggetto si indebolisce e inizia un circolo vizioso con cui riduce progressivamente la sua energia. Tra i primi errori, non assumono adeguate quantità di frutta e verdura. Molto diffuso è inoltre "un inadeguato introito di energia e di proteine, che può portare a perdita di peso, diminuzione della massa muscolare e riduzione della risposta immunitaria" afferma Barichella. Fondamentale poi è mantenere alto il quantitativo di acqua e ridurre grassi, dolci, sale e alcolici. Utile, consigliano gli esperti, può essere un'integrazione mirata di vitamine, minerali e proteine.
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