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Da Il sole 24 ore. Braggio (AstraZeneca): «Tagli necessari contro la crisi»

Aziende Redazione DottNet | 08/02/2009 10:06

Per l'amministratore delegato della filiale italiana i tagli al personale sono «dolorosi ma obbligati». Il gruppo ha chiuso il 2008 con ricavi in crescita del 3% e l'Eps in rialzo dell'8 per cento. Nel 2009 ci sarà «stagnazione delle vendite».

 

«Tagli dolorosi ma necessari», così Nicola Braggio, neo amministratore delegato e presidente di AstraZeneca Italia, commenta i recenti licenziamenti annunciati dalla società farmaceutica. Anche in Italia. In tutto circa 15.000 posti di lavoro in meno (in Italia saranno 257) che, a fronte di un 2008 archiviato con una crescita dei ricavi mondiali del 3% (a tassi di cambio costanti) e di un incremento dell'Eps dell'8% a 5,10 dollari, possono sembrare non giustificati.
Certo, si dirà: nell'ultimo trimestre i profitti sono calati dell'1,4 per cento. Certo, nella Penisola, sull'intero 2008, le vendite sono scese del 5% rispetto al 2007. Certo, per il 2009 la società prevede a livello globale una stagnazione delle vendite.

Ma c'è chi insinua che le multinazionali, non solo il colosso dei pharma, sfruttino la situazione per fare ciò che in condizioni normali non sarebbe così facile realizzare. «Non è assolutamente così -ribatte Braggio - Il modello competitivo in cui ci muoviamo è completamente mutato. E in poco tempo. Da un lato, la recessione in atto pone dei seri problemi per il futuro. Basta pensare, per esempio, alla pressione sul fronte dei prezzi dei farmaci nei vari paesi. Soprattutto, in Italia. Dall'altro, il venire in scadenza i brevetti di diverse molecole riduce, e di molto, la visibilità sui ricavi».
 

E quindi?

Quindi è stato necessario, e lo dico con molto rammarico, dover mettere mano con velocità ad una riorganizzazione della nostra struttura. Che, giocoforza, deve diventare più snella e flessibile. Abbiamo raggiunto un accordo con il sindacato per la mobilità di 257 persone. La maggior parte di queste fa parte della rete di vendita, il restante è nel settore amministrativo.
 

Avete in mente altri tagli?

Allo stato attuale no. Posso dire che, se i tempi previsti per l'arrivo delle nuove molecole saranno rispettati e il trend attuale non peggiorerà ulteriormente, non ci saranno altri interventi di questo tipo.
 

Diversi soggetti industriali chiedono, in questo periodo, l'intervento dello Stato per rimanere a galla. Voi farete lo stesso?

Il settore farmaceutico non ha bisogno di interventi diretti da parte dello Stato. Ciò detto, mi auguro che continui il dialogo con il Governo così come è stato avviato negli ultimi tempi.
 

Un dialogo che dovrebbe concretizzarsi in che modo: pensate, per esempio, ad agevolazioni per la ricerca?
 

Certamente. E' auspicabile la de-fiscalizzazione degli investimenti in ricerca. In Italia, nel 2008, abbiamo impegnato 18 milioni su questo fronte. Sono 58 i progetti attivi in collaborazione con le principali Università e Centri di Ricerca. E per il 2009 confermiamo questo livello di investimenti.
 

Oltre a un trattamento fiscale agevolato per la ricerca, cosa chiedete?

Vorremmo che si realizzasse un'accelerazione dei tempi, a livello di amministrazione centrale, sull'approvazione dei farmaci innovativi. E, a livello locale, evitare il duplicarsi di valutazioni inutili. Insomma, meno burocrazia e più efficienza sui controlli
 

Al di là dei rapporti gon il Governo e l'amministrazione statale, come sta andando il 2009 per AstraZeneca Italia?
 

Inutile negare che sarà un anno difficile. E' ancora troppo presto per potere fare delle previsioni ma vogliamo almeno realizzare i risultati raggiunti nello scorso esercizio. Comunque, anche grazie alla ristrutturazione avviata con velocità, saremo in grado di focalizzarci sulle nostre aree più importanti: dalle medicine per il cardiovascolare a quelle nell'area oncologica fino ai farmaci antipsicotici.
 

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