L’analisi del ferro corporeo e dello stato infiammatorio/infettivo devono supportare in modo integrato la valutazione dell’anemia.
L’anemia rappresenta uno dei problemi di salute più diffusi nel mondo infantile. La prevalenza dell’anemia nei paesi in via di sviluppo sembra essere significativamente più alta rispetto a quella delle nazioni industrializzate ma non sono noti i fattori scatenanti la patologia e, dunque, responsabili di questa differenza. Uno dei principali indiziati è la carenza di ferro nella dieta, riscontrabile maggiormente nei paesi meno industrializzati. Diversi studi hanno anche analizzato il ruolo delle infezioni batteriche, virali e parassitarie, delle deficienze di micronutrienti o, ancora, la presenza di altre malattie, rilevando il loro contributo nell’insorgenza dell’anemia e nello stato ferro-carenziale. Nonostante non siano disponibili degli strumenti universalmente condivisi per la misurazione del ferro corporeo, solitamente questo viene valutato indirettamente rilevando la ferritina sierica (SF), la proteina C reattiva (CRP) e il recettore solubile della transferrina (sTfR).
Le indagini di laboratorio classiche, comunque, non sono specifiche nel definire l’anemia da carenza da ferro (IDA) da quella non dipendente da ferro (NIDA). Si parla di IDA quando la riduzione dell’emoglobina nel sangue è dovuta ad una insufficienza di ferro, condizione legata ad un inadeguato trasporto dell’ossigeno da parte dei globuli rossi nel sangue. Differentemente NIDA è caratterizzata da una normale presenza di ferro nei tessuti che però non è accessibile ai precursori eritroidi del midollo osseo e accompagna spesso alcune infezioni, infiammazioni o condizioni neoplastiche. L’analisi di sTfR e SF fornisce informazioni utili per distinguere IDA da NIDA, anche se il valore di SF, a differenza di sTfR, può essere influenzato da un’infiammazione in atto, mentre la CRP è spesso utilizzata come indice di infiammazione acuta.
Generalmente in una fase precoce di deplezione di ferro (stadio I) i livelli di sTfR rimangono stabili mentre cominciano a ridursi quelli di SF. Proseguendo con l’esaurimento delle riserve di ferro (stadio II) decresce la sintesi di emoglobina e si instaura la condizione IDE con livelli alti “compensatori” di sTfR. Quando la concentrazione dell’emoglobina si riduce significativamente per la progressiva deplezione di ferro, si instaura infine il terzo stadio IDA.
Il controllo dell’anemia risulta particolarmente complicato quando la causa non è la mancanza di ferro. L’implementazione di interventi efficaci atti a ridurre la prevalenza dell’anemia richiede un’adeguata indagine e documentazione dei fattori coinvolti e scatenanti la patologia nelle popolazioni target.
É fondamentale dunque stabilire la combinazione ottimale dei parametri da valutare e avere gli strumenti adeguati per interpretarne correttamente i risultati. Lo studio si propone di contribuire alla discussione sulle strategie per monitorare l’anemia in specifiche popolazioni, descrivendo l’eziologia nei bambini provenienti da paesi in via di sviluppo e comparando una combinazione di indicatori biochimici localmente disponibili con i parametri tradizionali basati su SF/CRP o sTfR per la valutazione del ferro corporeo.
Lo studio cross-sezionale ha coinvolto 184 bambini di 6-8 anni provenienti da Kwazulu-Natal, South Africa. Al fine di analizzare il ferro corporeo e distinguere profili anemici differenti, sono stati testati i seguenti parametri: l’emoglobina, SF, sTfR e CRP.
I risultati hanno portato alla luce un’elevata prevalenza dell’anemia asintomatica nella popolazione studiata, pari al 23.4% (43/184 soggetti). Il contributo della carenza di ferro in questa percentuale è del 16.3% (7/43 soggetti) mentre nel 79.1% delle anemie riportate si tratta di NIDA. Inoltre una percentuale del 4.7 presenta entrambe le caratteristiche e, quindi, più cause scatenanti. In totale, dunque, il 25% dei bambini valutati mostra i segni di una carenza da ferro.
L’uso combinato di SF e sTfR, per identificare la causa dell’anemia, riduce il rischio di una diagnosi non corretta di carenza di ferro rispetto ai due singoli valori. Inoltre bisogna considerare che la presenza di infiammazione potrebbe avere un impatto sulla prevalenza stimata dello stato ferro-carenziale quando si utilizzano i valori di sTfR.
Una opportuna analisi dello stato di ferro e uno screening di infiammazione/infezione devono supportare in modo integrato la valutazione dell’anemia e delle sue cause in una fase diagnostica iniziale.
In conclusione, é necessario rafforzare gli interventi che agiscono sulla natura multifattoriale dell’anemia nei bambini in età scolare e si raccomanda, inoltre, uno screening regolare per individuare tempestivamente la malattia nei soggetti provenienti dai paesi più poveri. Considerando che la natura dell’anemia varia in base alla popolazione e all’ambiente, lo studio sottolinea la necessità di incorporare negli algoritmi terapeutici standard uno screening basato sulla popolazione e sui dati epidemiologici.
Fonte:
Thando P. Gwetu et al. Anaemia control and the interpretation of biochemical tests for iron status in children. BMC Res Notes (2017) 10:163.
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