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Nuovi contratti: il salario accessorio andrà sulla produttività

Sanità pubblica Redazione DottNet | 05/03/2017 15:35

I premi sono sotto la soglia di legge. Riforma Madia, entro l'anno le linee guida per piani sulle nuove assunzioni

Sarà molto complesso spostare più della metà del salario accessorio sulla produttività nei contratti della sanità. A quest'operazione ci penseranno i nuovi accordi, però la strada non sarà semplice: bisognerà infatti vedere come saranno gestite le indennità di turno o le reperibilità. Non solo, nella riforma la 'pagella' viene collegata a 'obiettivi della Repubblica', come possono essere la riduzione delle liste di attesa negli ospedali o il calo dei tassi di assenteismo. Target che saranno decisi dal governo d'intesa con gli enti territoriali e che potranno anche guardare all'innovazione.

Nella busta paga di uno statale il premio di produttività, quando compare, non è di sicuro la posta più pesante tra le voci della retribuzione variabile. La legge Brunetta ne voleva fare 'l'azionista di maggioranza' del salario accessorio ma non è mai stata applicata sul punto, come dimostrano i dati, appena aggiornati dall'Aran, l'Agenzia che si occupa di pubblico impiego.

Nel 2015 la performance ben che vada ha rappresentato il 30% dell'accessorio ma in alcuni casi è rimasta ancora più distante dal target che sarebbe previsto, come nella Scuola, dove si ferma al 15%. Qualcosa quindi non ha funzionato e la riforma del lavoro pubblico, da poco approvata in via preliminare dal Consiglio dei ministri, rimette mano alla materia. Resta il concetto per cui almeno il 50% della somma 'variabile', ha spiegato più volte la ministra della P.a. Marianna Madia, debba andare a remunerare la performance ma il risultato non viene più misurato a livello individuale bensì organizzativo, di squadra.

Per quanto riguarda risultati e assenteismo, i target saranno decisi dal governo d'intesa con gli enti territoriali con un occhio all'innovazione. Il governo punta infatti ad elevare gli standard di trasparenza e digitalizzazione nella P.a. Non a caso questa è la 'Settimana dell'amministrazione aperta', un'iniziativa organizzata dal dipartimento della funzione pubblica, per sensibilizzare su open data e partecipazione (circa 200 eventi in tutt'Italia). In settimana parte anche l'esame della riforma Madia alla Camera. Entro la fine del prossimo mese dovranno infatti essere dati i pareri sui testi che poi torneranno in Cdm per il via libera definitivo. Intanto si cerca l'intesa con le Regioni.

Per chiudere il cerchio si dovrà aspettare quindi la primavera inoltrata o l'estate, dopo di che si passerà all'attuazione. E tra i decreti ministeriali previsti ci sono anche quelli, che dovrebbero arrivare entro la fine dell'anno, sulle linee guida per la stesura dei piani per i fabbisogni di personale. I cambiamenti in fatto di reclutamento non dovrebbero mancare: non solo si va verso un'impostazione più elastica, non più basata su rigide dotazioni organiche, ma si fa anche esplicito riferimento a "nuove figure e competenze professionali". L'esigenza di rinfrescare i ranghi del pubblico impiego si fa dunque sentire. Tanto che la riforma dedica un capitolo alla sperimentazione in Regioni e città metropolitane di "un graduale superamento degli attuali vincoli assunzionali". E se gli esiti del progetto pilota saranno positivi le misure di sblocco potranno anche essere replicate su più ampia scala.

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