Il documento multidisciplinare è stato firmato a Milano da sette società scientifiche
Sono più di 77.300 i nuovi casi ogni anno in Italia di tumori urologici, ma risparmi per il sistema e appropriatezza delle cure sono possibili grazie ai team di specialisti. Per la prima volta è infatti definita una strategia condivisa per trattare queste neoplasie e sono stabiliti i volumi minimi di attività necessari per ciascuna patologia, a cui dovranno attenersi i team multidisciplinari chiamati a curare i pazienti.
La linea condivisa è contenuta nel documento di consenso sul team multidisciplinare uro-oncologico firmato a Milano da sette società scientifiche: AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), AIRB (Società Italiana di Radiobiologia), AIRO (Associazione Italiana Radioterapia Oncologica), AURO (Associazione Urologi Italiani), CIPOMO (Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri), SIU (Società Italiana di Urologia) e SIUrO (Società Italiana di Urologia Oncologica).
La patologia oncologica in ambito urologico necessita sempre più di una formazione e di un approccio multidisciplinare, affermano le società scientifiche: ogni team multidisciplinare uro-oncologico, spiegano, "deve prevedere un nucleo centrale composto dalle figure professionali prevalentemente coinvolte nel processo di diagnosi e cura (urologo, oncologo medico e oncologo radioterapista) e un 'non core' team multiprofessionale che può essere coinvolto su richiesta del nucleo centrale". I dati della letteratura indicano che i team multidisciplinari, rispetto alla valutazione mono-specialistica, possono modificare il processo diagnostico e terapeutico in maniera rilevante garantendo risparmi importanti: ad esempio nel tumore della prostata fino al 20%, nella vescica fino al 22-40% e nel rene fino al 17-35%
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