Studio Università Campus Bio-Medico di Roma
Un semplice prelievo di sangue per sapere con esattezza se e quanto il nostro fegato è 'grasso': è quanto sarà possibile nel prossimo futuro grazie a uno studio dell'Università Campus Bio-Medico di Roma, pubblicato sulla rivista scientifica Plos One. Una novità più che interessante perché di questa temibile malattia, la steatosi epatica non alcolica (NAFLD), soffrirebbe nel mondo circa un miliardo e mezzo di persone. In Italia il 25% della popolazione e tra questi sempre più bambini. La malattia in se è 'benigna' eppure preoccupante, perché può rappresentare un fattore predisponente a patologie epatiche più gravi, quali la steatoepatite, caratterizzata da infiammazione e necrosi del fegato, e può condurre successivamente alla fibrosi e cirrosi epatica. Il 5-10% dei pazienti con cirrosi del fegato sviluppano l'epatocarcinoma, terza causa di morte per cancro nel mondo.
Attualmente la NAFLD può essere diagnosticata con precisione solo attraverso la biopsia epatica, un esame invasivo e costoso, consistente in un prelievo del tessuto epatico da sottoporre a esame istologico, o tramite ultrasonografia, un test di screening.
fonte: ansa
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