Un'onda T positiva o piatta nella derivazione unipolare con elettrodo al braccio destro è risultata associata a rischio di morte improvvisa.
Le anomalie della ripolarizzazione sono associate ad aritmie ventricolari e gli studi pubblicati riportano che un’inversione di polarità dell’onda T (onda T positiva o piatta), nella derivazione unipolare aumentata in cui l'elettrodo esplorante è applicato al braccio destro (aVR), può essere collegata ad un aumento della mortalità per cause cardiovascolari.
Lo studio di Phan et al. è stato condotto per valutare se un'onda T positiva o piatta sia un marker di rischio per la morte improvvisa dovuta a cause cardiache (MCI) nell’aritmia ventricolare.
I casi di MCI riportati nel Oregon Sudden Unexpected Death Study (popolazione ~1 milione) sono stati confrontati con i controlli geografici affetti da malattia coronarica e senza storia di MCI. Sono stati valutati gli elettrocardiogrammi archiviati eseguiti in precedenza e non relazionati all’evento di MCI.
I casi di MCI (n=691; 67.6±14.9 anni, di cui il 69% di sesso maschile) avevano una maggiore probabilità rispetto ai controlli (n=663; 66.2±11.6 anni, il 67% di sesso maschile) di avere il diabete (il 40% rispetto al 32%; p<0.01), la frazione di eiezione ventricolare sinistra (FEVS) ≤35% (il 27% rispetto all’11%; p<0.01), QT lungo (≥450 ms; il 54% in confronto al 28%; p<0.01) e onda T positiva (19% rispetto al 13%; p<0.01) o piatta (il 14 rispetto al 7%; p<0.01) nella aVR. All'analisi multivariata, un’onda T positiva/piatta in aVR è risultata indipendentemente associata con MCI (rapporto di probabilità (RP) 1.9, intervallo di confidenza (IC) del 95% 1.3-2.8, p<0.01). Tuttavia, un'onda T positiva da sola ha perso la significatività statistica nei pazienti con FEVS≤ 35% e QT≥ 450 ms. Nell'analisi di un sottogruppo di pazienti con FEVS normale, QT e non affetti da diabete, un'onda T positiva in aVR (ma non una onda T piatta) è risultata associata a MCI (RP 2.8, CI del 95% 1.2-6.1, p<0.01).
Un'onda T positiva o piatta nella derivazione aVR è risultata associata a MCI nei sottogruppi di pazienti. Lo studio ha messo in risalto che il marker ECG considerato può contribuire al miglioramento della stratificazione del rischio di MCI e ha permesso una valutazione ulteriore.
Riferimenti bibliografici:
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