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Bambini sani nati dopo transfer in utero di embrioni con aneuploidie

Ginecologia Fiammetta Trallo | 24/05/2016 13:32

I risultati dello studio Italiano pubblicato sul New England Journal of Medicine.

Il transfer in utero di embrioni con aneuploidie cromosomiche a mosaico apre nuove prospettive per le pazienti che si sottopongono a tecniche fecondazione in vitro.

Un team di ricercatori italiani ha dimostrato che gli embrioni con aneuploidie “a mosaico”, ovvero con corredo cromosomico non uniforme in quanto costituito da una combinazione di cellule aneuploidi e cellule euploidi, una volta impiantati in utero sono in grado di “auto-correggersi” dando origine alla nascita di bambini sani.

La “correzione” avviene tramite un processo che determina il “confinamento” delle cellule embrionali con assetto cromosomico aneuploide nella regione dell’embrione che darà origine agli annessi fetali come la placenta, mentre le cellule embrionali euploidi vengono “selezionate” e una volta impiantate prendono il sopravvento dando origine a feti con assetto cromosomico normale.

Per questo studio sono state analizzate oltre 3.800 blastocisti delle quali il 5% circa sono risultate con aneuploidie a mosaico e  sono state reclutate 18 donne che dopo trattamento di fecondazione assistita con diagnosi genetica preimpianto delle aneuploidie cromosomiche (PGS) non avevano a disposizione embrioni euploidi ma solo un embrione aneuploide a mosaico.

Previo counselling genetico delle coppie (a cui è stato spiegato che anche blastocisti con aneuploidie a mosaico hanno la possibilità di svilupparsi in quanto, essendo a mosaico, hanno anche delle linee cellulari normali e che in caso di gravidanza si può controllare il benessere fetale tramite la diagnosi prenatale) sono stati trasferiti 18 embrioni a mosaico. 8 hanno dato origine ad una gravidanza (+hCG) e in 6 (33.3%) pazienti la gravidanza è andata a termine con la nascita di 6 bambini sani.

Proporre il trasferimento in utero di embrioni con aneuploidie a mosaico, a pazienti in cui sono stati riscontrati embrioni euploidi a seguito di PGS, consente di raggiungere due principali obiettivi, di fondamentale importanza nell’ambito della Procreazione Medicalmente Assistita (PMA).

In primis si evita l’eliminazione degli embrioni con aneuploidie a mosaico che, nonostante una minore potenzialità d’impianto rispetto agli embrioni euploidi, hanno comunque la possibilità di generare una gravidanza e dare origine alla nascita di bambini sani. Inoltre, la percentuale di successo cumulativo delle tecniche di PMA aumenta anche per quelle pazienti in cui non sono stati identificati embrione euploidi.

Lo studio mette in risalto l’importanza dell’adozione di tecnologie diagnostiche avanzate nell’ambito della diagnosi genetica preimpianto di aneuploidie cromosomiche (PGS), quali le tecniche Array-CGH e Next Generation Sequencing(NGS), che consentono di identificare gli embrioni con aneuploidie a mosaico, rispetto ad altre tecniche di minore sensibilità, quali Quantitative PCR (qPCR) e SNP-arrays, incapaci di rilevare questo genere di aneuploidie.

Le tecnologie meno avanzate, infatti, diagnosticherebbero gli embrioni con aneuploidie a mosaico ad alta percentuale come aneuploidi,quindi escludendoli a priori dalla possibilità di essere trasferiti in utero. Invece, nel caso di embrioni con aneuploidie a mosaico a bassa percentuale, le tecniche di PGS a minore sensibilità, non consentono di distinguere gli embrioni a mosaico da quelli euploidi.

Al contrario, le tecnologie avanzate di PGS permettono di dare priorità al transfer di embrioni euploidi, che presentano le migliori potenzialità d’impianto, con conseguente miglioramento delle percentuali di successo delle tecniche di PMA.

Bibliografia:

- Healthy Babies after Intrauterine Transfer of Mosaic Aneuploid Blastocysts N Engl J Med 2015;373: 2089-2090; Novembre 19, 2015

- Greco, M.D. et Maria Giulia Minasi, M.Sc. European Hospital, Rome, Italy

- Francesco Fiorentino, Ph.D. Genoma Molecular Genetics Laboratory, Rome, Italy

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