Gruppo Di Sostegno Anemia Diamond Blackfan Italia Onlus.
L’Associazione italiana “Gruppo Di Sostegno Anemia Diamond Blackfan Italia Onlus” (DBA) nasce come Onlus a Verona nel settembre del 2006 dall’iniziativa di un gruppo di famiglie con bambini colpiti da una malattia genetica rara, provocata da alterazione e mancanza di proteine ribosomiali.
Ad oggi è l’unica associazione italiana che si occupa di Anemia Diamond Blackfan.
La sfida da affrontare riguarda soprattutto il fatto che si tratta di una malattia pressoché sconosciuta: le famiglie di questi bimbi e i loro medici attualmente hanno pochi strumenti a disposizione per ottenere un quadro completo ed esaustivo su tutte le possibile cause genetiche e sulle terapie più idonee a curarli. La diagnosi purtroppo non è un punto di arrivo, ma è un punto di partenza e c’è moltissima strada da percorrere.
LA PATOLOGIA
L’Anemia di Diamond-Blackfan (DBA, MIM 105650) è una rara insufficienza midollare caratterizzata da grave anemia presente sin dai primi mesi di vita, spesso associata a malformazioni congenite. Le malformazioni congenite interessano circa il 40% dei pazienti, coinvolgendo diversi distretti corporei; il difetto staturale è frequente. I bambini presentano un aumentato rischio di insorgenza di neoplasie.
In Italia l’incidenza della DBA è di circa 6,5 casi l’anno per milione di nati.
Nella maggior parte dei casi la malattia è sporadica, solo nel 10-20% dei casi si trasmette come carattere autosomico dominante.
Il cardine del trattamento della DBA è l’utilizzo di corticosteroidi che permettono un miglioramento dell’anemia in più della metà dei casi.
I bambini che non rispondono al trattamento steroideo richiedono un regime trasfusionale cronico che porta ad un graduale accumulo di ferro sistemico con necessità di instaurare una terapia ferrochelante.
Nei casi in cui vi sia un donatore idoneo i pazienti vengono indirizzati al trapianto di cellule staminali emopoietiche.
Non vi sono attualmente altre opzioni terapeutiche consolidate.
In circa il 20% dei pazienti è inoltre segnalata la remissione spontanea.
Dal punto di vista patogenetico circa 60 % dei casi di DBA sono dovuti al difetto di una proteina ribosomiale (rp) strutturale. Nel 25% circa dei casi è stata riscontrata una mutazione a carico del gene codificante per RPS19. Altri geni frequentemente coinvolti sono RPS26, RPS24, RPS17, RPS10, RPS7, RPL35A, RPL5, RPL11.
La disfunzione dei ribosomi, e conseguentemente della sintesi proteica, sembra pertanto il cardine dello sviluppo della malattia.
La finalità del divieto è di garantire la massima efficienza e funzionalità operativa all'Ssn, evitando gli effetti negativi di un contemporaneo esercizio, da parte del medico dipendente, di attività professionale presso strutture accreditate
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