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Ospedali, gare truccate per 30 milioni: medici e manager agli arresti

Aziende Redazione DottNet | 12/11/2015 22:52

Finisce ai domiciliari il manager della Elekta,indagato un dirigente dell'Istituto Tumori

Un vero e proprio sistema di gare d'appalto truccate in numerosi ospedali, dalla Lombardia all' Emilia Romagna alla Toscana fino alla Puglia, per un valore di circa 30 milioni di euro, è stato smantellato con un blitz del Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Milano. Agli arresti domiciliari sono finiti quattro manager e responsabili italiani di una società svedese, la Elekta, leader nella fornitura di apparecchiature mediche. E tra i dirigenti ospedalieri e primari indagati figura anche Emanuele Pignoli, responsabile del Dipartimento di Fisica medica dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

 

In particolare, nell'ambito dell'operazione 'Gare d'assalto', coordinata dal procuratore aggiunto di Milano Giulia Perrotti e dal pm Giovanni Polizzi, sono stati arrestati, su ordine del gip Giuseppe Gennari, Fabrizio Mannelli, procuratore della Elekta spa, Davide Sebastiano Casolino, direttore delle vendite, Francesco Cerillo, manager di area della società e Angela Pallotti, anche lei procuratore dell'azienda. L'inchiesta, con al centro i reati di associazione per delinquere, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, è nata nell'ottobre 2014 in relazione ad una gara dell'Istituto Nazionale dei Tumori per la fornitura di un cosiddetto 'acceleratore lineare' per la radioterapia oncologica. Ed è scattata dalla denuncia proprio di uno dei responsabili della gara per l'Istituto che è venuto a conoscenza di una serie di email nelle quali si sarebbe parlato di un accordo tra Pignoli e manager italiani della Elekta.

 

 

A quel punto, però, dopo la denuncia la società avrebbe rinunciato a partecipare alla gara del valore di 1,9 milioni di euro e dalle indagini successive è venuto a galla una sorta di metodo diffuso in vari ospedali: i manager Elekta arrestati, infatti, avrebbero preso accordi con dirigenti e primari delle varie strutture per ottenere bandi di gara 'su misura' in modo da vincere gli appalti per la fornitura dei macchinari. In sostanza, la Elekta presentava le offerte meno vantaggiose per gli ospedali dal punto di vista economico, ma le migliori dal punto di vista dei requisiti tecnici in modo da vincere le gare. Dieci in tutto gli appalti al centro delle indagini (ogni gara valeva tra i 2 e i 6 milioni di euro). Tra gli indagati (22 gli avvisi di garanzia) anche Riccardo Di Liberto, direttore del Dipartimento di Fisica Sanitaria del San Matteo di Pavia e Franco Corbella, primario di Oncologia dell'ospedale pavese. Non è stata contestata la corruzione perché non ci sono prove di passaggi di denaro a favore di medici e dirigenti.

 

 

Tra le presunte contropartite per gli appalti conquistati, ci sarebbero, invece, i finanziamenti per borse di studio garantiti dai manager di Elekta (anche la società è indagata). Borse di studio dell'Istituto dei Tumori, ad esempio, create finanziando la Lega Italiana Lotta ai Tumori, che è estranea alla vicenda ed è stata oggetto di perquisizione solo al fine della ricerca di documenti utili alle indagini. Sequestri di carte sono stati eseguiti anche all'Ars Liguria, nella Azienda Usl di Bologna, nell'Azienda Sanitaria Locale 02 Lanciano-Vasto-Chieti, presso l'Estar Sud-est del Servizio sanitario della Toscana, presso l'Asl di Lecce. E poi ancora agli Ospedali riuniti Marche Nord, all'Azienda ospedaliera 'Bianchi Melacrino Morelli', alla Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, alla 'Società regionale per la sanità spa', all'Azienda ospedaliera S.Maria di Terni.

 

 

Fonte: ansa

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