Anche lo Snami dice no al provvedimento ed annuncia che “sarà in piazza contro le prestazioni sanitarie che il Governo ha varato contro i medici e i pazienti".
"No" anche dai medici dello Snami al decreto appropriatezza. Per il presidente nazionale Angelo Testa “leggere l’elenco degli esami e prestazioni che la Lorenzin ritiene inutili e quindi da far pagare ai pazienti fa rabbrividire in un mix di stupore e cinica consapevolezza di dove si voglia andare a parare. Ancora più inverosimile è che si vorrebbe far credere, il condizionale è d’obbligo, che potrebbero invece essere prestazioni gratuite in casi particolari, viceversa il Medico pagherebbe di tasca propria”.
Testa parla di una vera e propria “lista nera di proscrizione” in merito all’elenco del Ministro Lorenzin inerente l’elenco dei 208 tra esami e prestazioni, dichiara che “balzano agli occhi, tra le 208 prestazioni da tagliare, alcuni esami ematochimici come la misurazione del colesterolo e dei trigliceridi, il tempo di protrombina, calcio, ferro, magnesio, potassio, e prestazioni come la risonanza magnetica della colonna, la densitometria ossea, come parecchie cure odontoiatriche.
“Il grave è che – continua Testa - non è per niente detto che con questa ennesima trovata si risparmi. Viceversa la certezza è che così procedendo si elimina la prevenzione, l’unica arma che abbiamo per ridurre l'incidenza delle future malattie, ma anche i relativi costi. Fare cassa subito senza preoccuparsi dei risultati di domani”.
“Minacciare i Medici di sanzioni – conclude Testa - e di tagli stipendiali e volerli trasformare in “censori statali” dà l’idea di come, chi concepisce questi percorsi, non abbia alcuna idea. Lo Snami andrà in piazza contro questa ennesima idiozia. Come Medici sensibilizzeremo costantemente i nostri assistiti su come e chi sta rottamando il sistema sanitario nazionale pubblico. Sia lo Stato a dire ai cittadini cosa poter avere gratis, con compartecipazione ed a pagamento. Il Medico faccia quello per cui è stato formato: curare in scienza e coscienza”.
fonte: snami
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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