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La diagnosi di BPCO e i parametri di riferimento

Pneumologia Redazione DottNet | 08/11/2017 11:17

Le recenti linee guida riportano i parametri diagnostici per la BPCO e la diagnosi differenziale.

La società medica finlandese Duodecim ha aggiornato le linee guida sulla broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) allo scopo di riportare i recenti progressi nel campo della diagnosi e della gestione della BPCO. Le linea guida approfondiscono l'approccio diagnostico, la diagnostica differenziale dell'asma, la valutazione e la strategia di trattamento per controllare i sintomi e prevenire le riacutizzazioni.

La diagnosi di BPCO si basa sulla storia, la sintomatologia e l’ostruzione delle vie aeree non completamente reversibile (volume espiratorio forzato in un secondo post-broncodilatatore rapportata alla capacità vitale forzata <0.70; FEV1/ FVC<0.70).

I fattori predisponenti da tenere in considerazione al momento della diagnosi includono: il fumo (in termini di pacchetti di sigarette all’anno) e riferito al periodo corrente, il fumo passivo, le esposizioni occupazionali, le precedenti infezioni respiratorie, l’asma e l’eventuale presenza di malattie respiratorie in famiglia.

I sintomi tipici della BPCO sono dispnea, senso di oppressione al torace, tosse e produzione di  espettorato, ma la diagnosi di BPCO non può essere basata sulla sola sintomatologia. Nel caso in cui i sintomi siano associati all'esposizione al tabacco oppure ad altri fattori di rischio, si consiglia di sottoporre il paziente alla spirometria e ad ulteriori valutazioni diagnostiche. Nei pazienti con diagnosi accertata di BPCO, l’intensità dei sintomi e la presenza di esacerbazioni dove essere valutata per poter stabilire il trattamento opportuno.

La diagnosi di BPCO non può essere basata sui segni clinici che risultano comunque indicativi di BPCO e del grado di gravità della malattia. In caso di BPCO, durante l'auscultazione del torace è possibile riscontrare respiro sibilante ma non necessariamente. Nella diagnosi, la spirometria dovrebbe essere condotta sottoponendo il paziente ad un test di broncodilatazione. E’ possibile effettuare una diagnosi di BPCO se il rapporto FEV1/FVC è <0.70 in seguito a spirometria post-broncodilatazione.

Nella valutazione complessiva del paziente vanno considerati i sintomi, la qualità della vita e l'impatto della malattia mediante questionari validati come il COPD Assessment Test (CAT) e l’utilizzo della Medical Research Council Dyspnea Scale (mMRC).

Le diagnosi differenziali comprendono l'asma, la bronchite cronica, le infezioni delle vie aeree inferiori (tra cui la tubercolosi), il cancro al polmone, le patologie polmonari interstiziali e cardiache. Un problema diagnostico comune è la distinzione tra asma e BPCO. Anche se queste malattie sono spesso trattate con lo stesso farmaco, differiscono per la patologia di base, l'eziologia e la prognosi. Spesso accade che si riscontri sia asma che BPCO nello stesso individuo. La diagnosi differenziale di asma e BPCO non può essere basata sui soli test di funzionalità polmonare, ma è necessario un approccio globale che includa la storia di fumo, i sintomi, la comorbidità e la storia familiare del paziente.

Fonti bibliografiche:

Kankaanranta H, Harju T, Kilpeläinen M, Mazur W, Lehto JT, Katajisto M, Peisa T, Meinander T, Lehtimäki L. Diagnosis and pharmacotherapy of stable chronic obstructive pulmonary disease: the finnish guidelines. Basic Clin Pharmacol Toxicol. 2015 Apr;116(4):291-307.

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