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Endocrinologi, cinque pratiche da evitare

Endocrinologia Redazione DottNet | 06/07/2015 18:12

Cinque pratiche endocrinologiche da "usare saggiamente" per evitare i danni, economici e non, di prescrizioni inappropriate. Le hanno selezionate i medici dell' Ame (Associazione Medici Endocrinologi), all'interno del progetto "Fare di più non significa fare meglio".

Sono "pratiche cliniche - dice Rinaldo Guglielmi, presidente Ame - impiegate usualmente ma non supportate da prove di efficacia". Sono state studiate da un gruppo coordinato da Marco Attard (Ospedale Cervello, di Palermo) in base all'esperienza clinica e alle evidenze scientifiche. "Ovviamente - dice Attard - queste pratiche non sono precluse ma devono essere valutate in base ai segni clinici e alla storia del paziente". Secondo l'Ame, quindi: non è appropriato richiedere in modo routinario l'ecografia tiroidea "nei soggetti senza segni e/o sintomi di patologie tiroidee e non appartenenti a gruppi di rischio per carcinoma tiroideo".

Perché questo "non solo individua un numero elevato di noduli tiroidei privi di 'peso patologico', ma può causare ansia nel paziente e un aumento di procedure diagnostiche e interventi chirurgici non necessari".

 

Inoltre, è sbagliato ripetere la densitometria ossea a intervalli minori di 2 anni. "Perché i cambiamenti percentuali nella densità ossea prevedibili entro 2 anni è inferiore alla precisione di rilevamento della tecnica utilizzata. Errato anche richiedere il dosaggio del testosterone libero nel sospetto di ipogonadismo e di iperandrogenismo". Poiché le metodiche in uso non rendono utilizzabili i risultati ottenuti. Inappropriato anche richiedere di routine il dosaggio della FT3 nei pazienti con patologia tiroidea. "Nella maggior parte dei casi - secondo AME - il dosaggio del TSH è sufficiente per conoscere la funzione tiroidea. E' utile il dosaggio della FT3, oltre alla FT4, solo se si riscontrano valori soppressi di TSH". Infine, è sbagliato trattare indiscriminatamente con levotiroxina i pazienti con gozzo nodulare. "L'efficacia clinica del trattamento - dice l'AME - si realizza solo in una minoranza di pazienti e dopo un trattamento molto lungo. La terapia con levotiroxina, però, porta ad una condizione di tireotossicosi subclinica, rischiosa specialmente per le donne in menopausa e per gli anziani (rischio di osteoporosi e aritmie)".

 

fonte: ame

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