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Il dapagliflozin: ipoglicemizzante ed antipertensivo

Cardiologia Medical Information Dottnet | 16/06/2015 18:01

L’ipertensione spesso è associata al diabete ed il dapagliflozin, utilizzato nella cura del diabete, riduce la pressione arteriosa.

I pazienti affetti da diabete hanno dimostrato di avere il doppio della probabilità di sviluppare ipertensione rispetto ai non diabetici.

Lo studio è stato condotto allo scopo di valutare gli effetti del farmaco dapagliflozin sulla pressione arteriosa in pazienti non ipertesi (<140 mmHg) e ipertesi (140 mm Hg) con diabete di tipo II.

Il dapagliflozin è un inibitore altamente selettivo del cotrasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2) che migliora il controllo della glicemia e riduce il peso corporeo nei pazienti con diabete di tipo 2, attraverso una riduzione del riassorbimento renale di glucosio e un conseguente aumento dell’escrezione urinaria.

I dati analizzati nello studio sono stati raccolti da 13 studi clinici di fase 2b/3 controllati con placebo. I pazienti con diabete di tipo 2 sono stati assegnati in modo casuale al gruppo che ha ricevuto 10 mg/giorno di dapagliflozin (n=2360 pazienti) oppure il placebo (n=2295 pazienti) in monoterapia o in combinazione con altri farmaci ipoglicemizzanti per un massimo di 24 settimane. In entrambi i gruppi erano presenti pazienti con una diagnosi medica di ipertensione. La pressione arteriosa (PA) è stata determinata all’inizio dello studio attraverso una sola misurazione effettuata in triplicato tenendo il paziente in posizione seduta. Sono state misurate anche la frequenza cardiaca e le reazioni ortostatiche, definite come una riduzione  > 20 mm Hg della PA sistolica o > 10 mm Hg della BP diastolica durante il passaggio dalla posizione supina alla posizione in piedi.

I risultati ottenuti hanno mostrato che, rispetto ai valori pressori iniziali, il dapagliflozin ha portato negli ipertesi ad una riduzione della BP sistolica e diastolica di -3.6 e -1.2 mmHg rispettivamente e di -2.6 e -1.2 mmHg nei pazienti non ipertesi. E’ stato riscontrato che a 24 settimane una percentuale simile di pazienti in trattamento con dapagliflozin e di pazienti che assumevano placebo ha mostrato reazioni ortostatiche, in particolare tra gli ipertesi il 6.1% del gruppo dapagliflozin e il 6.6% del gruppo placebo e tra i non ipertesi il 4.0% e 4.2% rispettivamente. In riferimento alla frequenza cardiaca, il trattamento con il farmaco non ha mostrato alcuna differenza rispetto al placebo.

In conclusione, i dati raccolti hanno evidenziato che la somministrazione di 10 mg di dapagliflozin ha determinato una riduzione della BP sistolica, indipendentemente dai livelli di BP, non accompagnata da ipotensione ortostatica. Questi risultati possono essere d’aiuto ai medici che prescrivono il dapagliflozin, soprattutto in riferimento ai pazienti che assumono in concomitanza farmaci antipertensivi e che potrebbero beneficiare di un controllo ulteriore della glicemia, del peso corporeo e della pressione arteriosa.

I benefici clinici a lungo termine del trattamento con dapagliflozin non sono stati ancora stabiliti, infatti attualmente è in corso uno studio su larga scala per chiarire questo aspetto.

Riferimenti bibliografici:

Sjöström CD, Johansson P, Ptaszynska A, List J, Johnsson E. Dapagliflozin lowers blood pressure in hypertensive and non-hypertensive patients with type 2 diabetes. Diab Vasc Dis Res.2015 May 25

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