Nella maggior parte dei casi le malattie che causano assenze brevi dal lavoro non sono 'oggettivabili' da parte del medico di famiglia, che deve fidarsi dell'assistito. Lo sottolinea Claudio Cricelli, presidente della Simg, la Società Italiana di Medicina Generale (Simg) commentando le assenze tra i vigili urbani di Roma nella notte di Capodanno che stanno destando polemiche in queste ore.
''Questi piccoli disturbi non sono riscontrabili oggettivamente - spiega Cricelli -. Se arriva un paziente che dice di avere un forte mal di testa, o una gastroenterite, o sintomi di influenza tali da non poter lavorare il medico si deve fidare. Noi nella maggior parte dei casi siamo le prime vittime di certi atteggiamenti, e siamo i primi a volerli scoraggiare, è anacronistico pensare che il medico sia compiacente''. Per cercare di debellare il problema, continua l'esperto, servirebbe uno scatto di coscienza civile. ''Alcuni contratti prevedono che per i primi tre giorni di malattia ci sia una sorta di autocertificazione, senza intervento del medico, e in qualche caso non sono pagati, in altri casi il certificato serve già dal primo giorno.
La FIMMG accoglie con soddisfazione le dichiarazioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi e del ministro Marianna Madia che, facendo seguito alla notizia dell’ incredibile numero di assenze per malattia dei vigili urbani di Roma nella giornata del 31 dicembre, esprimono la necessità del cambiamento delle regole per il pubblico impiego.
“Il cambiamento delle regole naturalmente presuppone l’esistenza di un efficace e capillare controllo fiscale, oggi sicuramente possibile attraverso la creazione del cosiddetto Polo Unico della Medicina di Controllo, mediante il passaggio in via esclusiva all’INPS del controllo dello stato di salute dei lavoratori assenti per malattia – sottolinea il segretario della Fimmg, Giacomo Milillo. Tale soluzione proposta da FIMMG e da tutte le OOSS del settore, valutata
positivamente dall'INPS e dalla FNOMCeO, è stata persino auspicata dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati a conclusione di una recente indagine conoscitiva. Il cambiamento porterebbe inoltre a un miglioramento dell'accessibilità dei cittadini agli studi dei medici, affollati spesso da pazienti che necessitano della semplice certificazione per una lieve indisposizione”. Milillo aggiunge, inoltre, che “è da molti anni che FIMMG propone l’introduzione di forme di autocertificazione, da parte del lavoratore, per brevi periodi di malattia. Il medico infatti a tutt'oggi ha il compito di certificare anche un singolo giorno di malattia per patologie lievi, spesso già risolte all’atto della visita e quindi praticamente impossibili da obiettivare”. Ricordiamo che annualmente i medici di famiglia trasmettono all'INPS circa sei milioni di certificati di malattia con prognosi fino a tre giorni.
Il Sindacato dei Medici Italiani-Smi dopo il clamore suscitato dal presunto caso di "assenteismo di massa" nel Comune di Roma, scende in campo a difesa dell'Associazione: "dietro al balletto di numeri ci sono stati scarsi controlli e un metodo di verifica che non funziona". Pina Onotri, segretario generale Smi propone:"Da un lato potenziare con risorse adeguate la rete dei controlli dei medici fiscali, ora in ginocchio. Dall'altro si passi all'autocertificazione per almeno tre giorni di malattia, per responsabilizzare i cittadini e combattere il malcostume dell'assenteismo. Basta con la caccia alle streghe contro i medici di famiglia". Chiarite le reali proporzioni del fenomeno, Onotri, non manca di sottolineare, un ulteriore aspetto: "Questo episodio non sia l'ennesimo pretesto per varare un 'Job Act 2' per demolire i diritti di milioni di lavoratori onesti del pubblico impiego, a causa di poche centinaia di furbetti".
Secondo il segretario dello Smi "è importante chiarire che i medici di famiglia sono in questi casi il capro espiatorio di un sistema di controlli sbagliato e inefficace. Da anni sosteniamo che almeno i primi tre giorni di malattia si devono auto-certificare, come succede in diversi paesi europei, e che bisogna stilare una lista di patologie non obiettivabili". La soluzione è un'altra per lo Smi: "Lo denunciamo da molto tempo, - spiega la segretario generale - in questi anni la rete di verifiche basata sui medici fiscali convenzionati all'Inps è stata messa in ginocchio. Non solo: da mesi stiamo monitorando attentamente anche la nascita del "Polo unico fiscale" come proposto da diversi sindacati, ma finora sono mancate le coperture finanziarie. Invece di demagogia, - conclude- servono risorse e serie professionalità".
Un comparto dei Medici fiscali efficienti e ben retribuiti, e quindi la creazione di un “Polo unico della medicina fiscale”. Ma anche reintegro a pieno regime dei medici fiscali e autocertificazione per i primi tre giorni di malattia. Anche lo Snami lancia una serie di proposte dopo la vicenda dell’assenteismo dei vigili urbani di Roma che ha aperto le porte ad una querelle sui certificati di malattia.
“Il recente Capodanno nero della capitale, con l'assenza per malattia di circa il 75% dei Vigili Urbani – ha sostenuto in una nota il sindacato – ha posto in evidenza da una parte la fragilità del comparto delle visite fiscali effettuate dalle Asl per i dipendenti pubblici e dall’altra le reazioni del Premier Matteo Renzi che promette di ‘cambiare le regole del Pubblico Impiego’ e del Ministro della PA Marianna Madia che scrive su Twitter ‘ispettorato Ministero Fp subito attivato per accertamenti violazione e sollecito azioni disciplinari’ e dichiara la volontà del Governo di passare dalle Asl all'Inps il controllo fiscale sulle assenze per malattia dei dipendenti pubblici”.
Come contorno a tutto ciò, rileva il sindacato, ci sono state le solite polemiche sui medici che rilascerebbero troppo facilmente le certificazioni di malattia e interviste varie, spesso fuorvianti con dichiarazioni ben “oltre i soliti inciampi”.
La strada da seguire è un'altra. “Il nostro sindacato – ha dichiarato Edoardo De Pau, responsabile nazionale del settore medicina fiscale dello Snami – ha sempre sostenuto in tutte le sedi istituzionali, quasi urlandola, la necessità di creare il ‘Polo unico della Medicina Fiscale" facente capo all'Inps che oggi ri-invitiamo a tornare indietro dopo che ha ‘affamato’ dallo scorso anno gli oltre mille medici fiscali già in servizio, adottando una ‘spending review’ di tagli selvaggi. Adesso l’ente dichiara pubblicamente di essere pronto ad assumere i controlli sulle malattie degli statali attualmente affidati alle Asl con una spesa pari alla metà di quella impiegata dalle strutture sanitarie, cioè 35 milioni di euro anziché gli attuali 70, e di fatto appoggia la costituzione del Polo Unico della medicina fiscale’ che invece la Politica ha rifiutato nonostante gli emendamenti presentati alla Legge di stabilità 2015”.
Ma Snami attacca la Fimmg contro le affermazioni del segretario della Fimmg Giacomo Milillo che il 4 gennaio aveva sostenuto nel corso di un Tg che per i pazienti cronici il certificato di malattia poteva esser fatto anche telefonicamente. “Basta con le interviste fuorvianti – ha replicato Gianfranco Breccia, segretario nazionale dello Snami – Per telefono? Non è vero. Mai fatto uno in vita mia. Anche in caso di cronici riacutizzati, come si fa a capire senza riscontro clinico la gravità della riacutizzazione e del suo impatto sulla eventuale prognosi?”
Alla presunta affermazione che “i medici di base potranno firmare gli attestati agli impiegati pubblici solamente dopo esami approfonditi” e della richiesta di avere automaticamente la visita fiscale ad ogni assenza riportata, che il Presidente dell’Ordine dei Medici di Roma avrebbe dichiarato alla stampa, Snami risponde che ”non c’è fine al peggio nella saga degli inciampi”. “Noi viceversa lottiamo per un comparto dei Medici fiscali efficienti e ben retribuiti e da anni – ha aggiunto – e sosteniamo che almeno i primi tre giorni di malattia si devono autocertificare, come succede in diversi paesi europei. Esistono delle patologie non obiettivabili per cui il certificato medico di malattia si basa sostanzialmente sulla conoscenza del paziente e sulle sue dichiarazioni che potrebbero anche non essere vere. Come finirà? Con la solita bolla di sapone all’italiana e poco o niente cambierà in questo festival di falsa indignazione, immobilismo, scarso buon senso e dichiarazioni “poco lucide e qualunquistiche” preludio di futuri, prevedibili ed ulteriori inciampi”.
fonte: simg, fimmg, smi, snami
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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