Canali Minisiti ECM

Attacchi di panico e Acceptance and Commitment Therapy

Psichiatria Enrico Prosperi | 16/04/2015 16:48

Gli attacchi di panico rientrano nella famiglia dei disturbi d’ansia e colpiscono il 2-3% della popolazione occidentale.

L’attacco di panico è caratterizzato da un’intensa paura accompagnata da alcuni dei seguenti sintomi: sudorazione, tremore, tachicardia, palpitazioni, mancanza di respiro, dolore al petto, disturbi addominali, senso di sbandamento o svenimento, brividi o vampate di calore. Durante l’esperienza di un attacco di panico è frequente avvertire un’intensa paura di impazzire o morire.

Fattori temperamentali, ambientali e genetici favoriscono lo sviluppo di questa malattia molto invalidante. L’attacco di panico spesso è preceduto da esperienze stressanti negative.

La preoccupazione di rivivere un evento così angoscioso, spinge chi ha vissuto un attacco di panico ad evitare situazioni considerate pericolose. L’eccessiva attenzione ai possibili segnali di malessere impedisce di vivere appieno la propria vita.

Una recente terapia cognitivo comportamentale per la cura degli attacchi di panico è l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT).

Questa terapia si propone di aiutare il paziente a sviluppare una maggiore flessibilità psicologica. Fattori essenziali per migliorare la flessibilità psicologica sono:

- capacità di vivere il momento presente senza lasciarsi trascinare nel passato o nel futuro;

- riconoscere i propri pensieri senza fondersi in essi;

- vincere la tendenza ad evitare le situazioni di disagio;

- individuare quando ci definiamo in modo eccessivamente rigido;

- saper agire tenendo conto di ciò che è davvero importante per noi.


Chi ha vissuto l’esperienza del panico è alla continua ricerca del minimo indizio di un possibile pericolo.La conseguenza è che un piccolo disturbo addominale o un anomalo battito cardiaco, specie in presenza di situazioni simili a quelle del primo episodio, possa essere collegato ad un imminente attacco. Sarà facile, a questo punto, “fondersi” con il pensiero che è meglio evitare certe situazioni per non provare nuovamente il panico. Attraverso esercizi esperienziali e l’uso di metafore è possibile insegnare al paziente a vivere il momento presente in modo più sereno, riconoscendo le proprie sensazioni fisiche senza per questo averne paura. Il terapeuta aiuterà la persona a districarsi da pensieri eccessivamente rigidi,  a individuare i propri valori e ad impegnarsi in azioni che vadano verso ciò che è davvero significativo per se.

La maggiore difficoltà per chi soffre di attacchi di panico è riuscire a sospendere l’evitamento di situazioni considerate pericolose, ma è indispensabile ricordarsi di “non pensare di essere sulla strada giusta solamente perché è un sentiero ben battuto”.

Bibliografia:

APA. American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (Fifth Edition). Washington, D.C.: American Psychiatric Association

Hayes S.C., Strosahl K.D., Wilson K.G., ACT. Teoria e pratica dell’Acceptance and Commitment Therapy, 2013, Raffaello Cortina Editore, Milano

Commenti

Rispondi
Rispondi
Rispondi

I Correlati

Medici e infermieri, su tutti, presentano un allarmante tasso di suicidio che corrisponde a 21 ogni 100mila abitanti, rispetto alla popolazione “normale”

"I bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni: uno diretto, legato alla dipendenza e l'altro indiretto, perché l'interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale"

Rigon, "serve un tavolo nazionale per interventi di prevenzione"

Cambiato il loro modo di percepire il mondo e la società. Nuovi studi dimostrano modifiche anche a livello cerebrale

Ti potrebbero interessare

Medici e infermieri, su tutti, presentano un allarmante tasso di suicidio che corrisponde a 21 ogni 100mila abitanti, rispetto alla popolazione “normale”

"I bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni: uno diretto, legato alla dipendenza e l'altro indiretto, perché l'interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale"

Rigon, "serve un tavolo nazionale per interventi di prevenzione"

Cambiato il loro modo di percepire il mondo e la società. Nuovi studi dimostrano modifiche anche a livello cerebrale

Ultime News

Più letti