L'ospedale Carlo Poma di Mantova dovrà pagare 450 mila euro per aver trattenuto l'Irap sui compensi per le visite Intramoenia. Si tratta di una sentenza che crea un precedente di indubbia rilevanza.
Trentatré medici, alcuni dei quali già in pensione, avevano trascinato in tribunale l'azienda ospedaliera Carlo Poma per ottenere, rispetto all'attività professionale svolta in intramoenia, il rimborso delle trattenute Irap operate sui loro compensi. ll giudice Luigi Pagliuca ha condannato il Poma a rimborsare quelle somme per un totale di circa 450mila euro, importo aggiornato fino al dicembre 2013; inoltre ha condannato al rimborso di ulteriori somme trattenute dal gennaio 2014 e che ancora non sono state quantificate, il tutto maggiorato degli interessi legali. Cristiana Lazzarini e Paola Signorini sono state le avvocatesse che hanno seguito il caso fin dall’inizio ottenendo il successo appena citato.
La legge sull'attività libero-professionale intramuraria (o legge intramoenia) è del 3 agosto 2007 e regola le prestazioni erogate dai medici al di fuori dell'orario di lavoro, nelle strutture ambulatoriali e diagnostiche dell'ospedale in cui prestano servizio. Quindi, nell'ambito del servizio sanitario nazionale, l'attività intramoenia si riferisce alle prestazioni erogate dai medici di un ospedale, al di fuori dell'orario di lavoro, che utilizzano le strutture ambulatoriali e diagnostiche dell'ospedale stesso. Il medico è tenuto al rilascio di fattura e la spesa è detraibile dalle imposte. Già in passato e in altre strutture sanitarie i giudici hanno accolto lo stesso ricorso. È il caso di una decina di medici dell'Usl 17 di Este-Monselice. Il 9 ottobre 2010 si erano accorti che l'ente sanitario, di cui erano dipendenti, si era trattenuto dalle loro buste-paga circa trenta mila euro complessivi a titolo di quota Irap, imposta che si applica sulle attività produttive esercitate in ciascuna regione, pagata da chi svolge attività d'impresa e non dalle persone fisiche. Tra i medici, c'era chi aveva dovuto sborsare oltre 10 mila euro, chi 4mila, chi 7mila a seconda del lavoro svolto come liberi professionisti.
Professionisti che, beneficiando delle risorse messe a disposizione (ambulatorio, strumentazione, personale infermieristico o di segreteria) versavano una percentuale dei loro guadagni all'ente per rifonderlo dei costi sopportati. Precisa la contestazione dei medici: l'attività intramoenia è organizzata dall'Asl, mentre il medico che svolge attività privata in ambito ospedaliero non ha alcuna autonoma capacità organizzativa. Di conseguenza non spetta a quest'ultimo pagare l'Irap. Il giudice aveva confermato: «All'azienda compete il rimborso dei costi diretti e indiretti sostenuti nonché una quota della tariffa nella misura stabilita dai contratti collettivi nazionali». Non la quota di Irap pagata alla Regione. Così come sentenziato dal giudice Luigi Pagliuca.
fonte: gazzetta di mantova
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