A seguito di una richiesta pervenutaci da un medico in merito all’IVA, riportiamo la risposta del nostro consulente.
Domanda: Il medico di Direzione sanitaria (in libera professione che effettua fattura) deve pagare l'IVA? Se si su che base giuridica?
Risposta: Per dare una risposta completa occorre fare un paio di considerazioni:
- La direzione sanitaria in quanto tale (per le sue funzioni di coordinamento generale) non svolge quelle funzioni di erogazione diretta alla persona di prestazioni sanitarie di diagnosi, cura e riabilitazione nell’esercizio delle professioni sanitarie, esenti da IVA ai sensi dell’art. 10, n. 18 del DPR 26 ottobre 1972, n. 633. In linea strettamente teorica quindi sarebbe giusto che su quei compensi venisse applicata l’IVA, come avviene per la maggior parte dei liberi professionisti.
- In realtà, però, il compenso del direttore sanitario di norma è escluso dal perimetro IVA, perché, anche se (come sembra di capire per il caso di specie) non potesse essere inquadrato come compenso di lavoro dipendente, esso rimane tuttavia inserito nell’ambito di una prestazione legata alle particolari competenze di tipo medico ed odontoiatrico connesse all’iscrizione all’Albo professionale ed alle funzioni di diagnosi e cura, assimilabile (anche se non omologabile) alla collaborazione coordinata e continuativa, dove l’IVA non è dovuta. Ulteriore indice della non applicabilità dell’IVA, il fatto che questo compenso è imponibile per il contributo soggettivo (non integrativo) presso la Quota B del Fondo Generale Enpam.
La finalità del divieto è di garantire la massima efficienza e funzionalità operativa all'Ssn, evitando gli effetti negativi di un contemporaneo esercizio, da parte del medico dipendente, di attività professionale presso strutture accreditate
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