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Vaccino contro il melanoma, sopravvivenza quattro volte superiore

Oncologia Redazione DottNet | 02/05/2014 17:41

Vaccini, ingegnerizzazione delle cellule staminali, nanotecnologie applicate. Sono queste alcune tra le frecce più acuminate e promettenti oggi in mano alla ricerca per combattere i tumori, soprattutto quelli rari. Studi che vedono protagonista l'Italia con l'Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST) IRCCS di Meldola e i suoi laboratori unici in Italia e una radio-farmacia dedicata ai tumori leader sia per l'Europa che per gli Usa.

 

 I risultati ottenuti saranno al centro della III conferenza internazionale sulla Ricerca Traslazionale in Oncologia. In particolare, grazie al vaccino 'su misura' contro il melanoma metastatico, la sopravvivenza dei pazienti è 4 volte superiore rispetto ai quelli in cui il vaccino non induceva tali risposte e con effetti collaterali pressoché nulli. "Al momento il vaccino - sottolinea - Massimo Guidoboni, responsabile dell'Unità Operativa di Immunoterapia e Terapia Cellulare Somatica dell'Irst - funziona nel due terzi dei 79 pazienti trattati. Ma abbiamo in corso un nuovo studio clinico, da noi creato, teso a migliorare ulteriormente l'efficacia di questo trattamento e che prevede la combinazione con radioterapia e interferon alfa". "L''auto-vaccino' - spiega Dino Amadori, Direttore Scientifico IRST - viene prodotto utilizzando le cellule del sangue e quelle tumorali del paziente che vengono 'frullate' in modo da ottenere una 'pappina' da cui si prelevano le cellule dendritiche che vengono fatte convivere in provetta per qualche giorno con il tumore in modo che imparino a riconoscerlo.

A questo punto vengono re-iniettate nel paziente come vaccino". Tutto questo è possibile grazie alla Cell Factory IRST, una struttura dedicata, regolarmente autorizzata dall'Agenzia Italiana del Farmaco nel 2012 che consente la produzione in sicurezza di terapie estremamente avanzate. Ma l'Istituto preme l'acceleratore non solo sulle terapie personalizzate contro i melanomi. Fiore all'occhietto anche la radio-farmacia centralizzata con cui vengono creati farmaci ad hoc per il paziente soprattutto là dove i chemioterapici convenzionali non hanno dato risultati soddisfacenti ed in malattie solitamente classificate come orfane di terapia come i tumori neuroendocrini e quelli celebrali. "Grazie alla terapia radiorecettoriale - conclude Giovanni Paganelli Direttore Medicina Nucleare e Terapia Radiometabolica - trattamento mirato non invasivo che permette di irradiare in modo selettivo le cellule tumorali, abbiamo ottenuto in oltre l'80% dei pazienti un periodo libero da progressione di malattia di oltre tre anni. Con i trattamenti standard il miglior risultato è una remissione non superiore agli 11 mesi nel 60% dei casi".

 

fonte: ansa

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