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Dalla chemioterapia con 5-FU danni al cervello

Medicina Generale Redazione DottNet | 31/07/2008 17:16

Uno dei farmaci chemioterapici più diffusi, il 5-fluorouracile (5-FU), provoca danni al cervello che persistono anche per anni dopo la fine del trattamento. E' quanto emerge da uno studio condotto in test di laboratorio dai ricercatori dell' università americana di Rochester, comparso sulla rivista Journal of Biology.

Il farmaco, utilizzato spesso in associazione con altri per curare vari tipi di tumore (come quelli del seno, del colon e del pancreas), è finito sotto la lente degli studiosi che due anni fa scoprirono gli effetti neuro-tossici di altri tre chemioterapici (carmustina, cisplatina e citosina arabinoside).
Questa volta gli scienziati hanno dimostrato, attraverso esperimenti in provetta e su topi, che il 5-fluorouracile danneggia le cellule progenitrici del sistema nervoso centrale e gli oligodentrociti. Questi ultimi, come noto, ricoprono un ruolo essenziale, in quanto producono la sostanza lipidica (mielina) che costituisce la guaina dei neuroni grazie alla quale si velocizza la comunicazione nervosa: se la mielina non viene continuamente rinnovata, la trasmissione neuronale rischia di essere compromessa. In particolare, i ricercatori hanno dimostrato che gli oligodentrociti scompaiono dal cervello dei topi dopo 6 mesi dal trattamento con 5-FU.

Gli studiosi, guidati da Mark Noble, sostengono che la loro scoperta possa spiegare alcuni effetti collaterali neurologici associati alla chemioterapia, tra cui perdita di memoria, scarsa capacità di concentrazione, calo della vista e addirittura demenza. ''E' chiaro - spiega Noble - che in alcuni pazienti la chemioterapia scateni una condizione degenerativa del sistema nervoso centrale. Siccome questi trattamenti rimarranno gli standard di cura ancora per molti anni, è importante capire il loro impatto sul sistema nervoso centrale, e usare quindi queste conoscenze per trovare nuovi strumenti che permettano di prevenire i loro effetti collaterali''.
 

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