Ancora una volta la Campania veste una maglia nera in fatto di incidenza tumorale. Il dato, che riguarda i carcinoma mammario in fase avanzata, è stato messo in evidenza ieri, in occasione di un riconoscimento promosso da Novartis e destinato ai giovani ricercatori e oncologi clinici impegnati sul fronte del tumore al seno.
A fronte di un dato negativo c’è però una buona notizia che apre la porta a nuovi scenari terapeutici. Si tratta di “everolimus” un nuovo farmaco mirato per il carcinoma mammario in fase avanzata, positivo al recettore per gli estrogeni e HER2 negativo. Dunque perfetto per tutte le donne che sviluppano una resistenza ai trattamenti. Dal punto di viusta tecnico, si tratta di una terapia orale già approvata per altre indicazioni in ambito oncologico che potrà essere utilizzata in combinazione con exemestane per il trattamento delle pazienti con tumore al seno avanzato ER+/HER2, che abbiano avuto recidiva o progressione di malattia durante o dopo un precedente trattamento con letrozolo o anastrozolo (inibitori dell’aromatasi). Concretamente, negli studi clinici, everolimus si è dimostrato in grado di raddoppiare la sopravvivenza libera da progressione, con un buon profilo di tollerabilità e una qualità di vita preservata, aprendo così nuove prospettive per migliaia di donne spesso giovani e professionalmente attive che combattono contro un tumore al seno in fase avanzata «In Italia si stima siano 120.000-150.000 le donne che lottano contro il tumore del seno in fase avanzata. Delle 45.000 donne che ogni anno si ammalano di tumore al seno, 10-12.000 sviluppano nel tempo una forma avanzata», sostiene Michelino De Laurentiis, direttore dell’Unità operativa complessa di Oncologia Medica Senologica all’Istituto Nazionale Tumori “Fondazione G.
Fonte: albatros
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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