Che mangiare sano e mantenere un'attività fisica adeguata faccia bene lo sanno tutti. Ma può questo stile di vita addirittura ridurre il rischio di recidive nel tumore al seno, e quindi permettere di fare prevenzione del cancro attraverso la dieta e lo sport moderato? E' l'ambiziosa domanda a cui vogliono rispondere i ricercatori dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (Int), che hanno ideato appositamente per questo il progetto 'Diana 5', al quale partecipa anche il centro di Avezzano.
Lo studio è finanziato dal Ministero della Salute (attraverso i fondi del programma integrato per l'oncologia), dall'Associazione italiana ricerca sul cancro e dall'Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del settimo giorno grazie all'8 per mille donato all'associazione di volontariato Lega vita e salute Onlus. Il nuovo studio Diana 5 è invece coordinato dall'Int insieme all'Istituto Europeo di Oncologia (Ieo), in collaborazione con altri centri di Napoli, Palermo, Perugia, Potenza, Torino, Avezzano, Corigliano Calabro, ed ha l'obiettivo di coinvolgere duemila donne operate di tumore al seno. Il progetto, in particolare, prevede due differenti interventi sullo stile di vita: nel primo i ricercatori forniranno alle pazienti arruolate nello studio indicazioni su dieta e attività fisica basate su raccomandazioni internazionali; nel secondo invece verrà proposta una più marcata modifica delle abitudini alimentari e dell'attività fisica, attraverso incontri di gruppo, corsi e seminari.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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