Quando si propone il passaggio alla dipendenza per la Medicina Generale, occorre porsi una domanda pregiudiziale: alla dipendenza di chi?
Il lavoro dipendente di per sè non è infatti garanzia di tutela di una professione sempre più costretta nell'angolo da obblighi ex lege che mal si conciliano con la natura giuridica attuale di lavoro libero professionale convenzionato, tanto che la dizione di attività parasubordinata sembra creata ad arte per giustificare degli obblighi imposti a libero professionisti, che altrimenti sarebbero assai difficili da giustificare, e per imporre tariffe al limite del ridicolo per ogni singola prestazione professionale.
L'attuale revisione dell' organizzazione sanitaria che passa attraverso l'istituzione di cooperative, di Creg, di UCCP, di case della salute, tutte con una loro autonomia contrattuale rispetto a prestazioni da erogare previa contrattazione di un budget regionale o aziendale sta configurando una sorta di esternalizzazione dei servizi sanitari tanto cara ad un modello che spesso si è dimostrato non solo fallimentare ma foriero di una moltiplicazione dei centri di spesa.
La proposta del passaggio alla dipendenza dei medici di Medicina Generale non può che passare da una completa riorganizzazione di tutta la Sanità Pubblica per attuare la quale occorre un drastico cambio di rotta delle priorità di spesa operata che la Politica non può esimersi dall'operare, pena una definitiva decadenza della Sanità Pubblica.
Nessuna dipendenza dunque da strutture e gazebi della salute, ma una diretta dipendenza dagli enti istituzionali (Ministero e Regioni) che abbandonino l'idea di un management sanitario equiparato a quello di qualsiasi azienda manifatturiera.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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