Approcci multimodali sono oggi applicati con successo nella terapia del cancro. Primarie terapie che agiscono a livello locale come la radioterapia (RT) e la chirurgia, combinati con somministrazione sistemica di chemioterapici, rappresentano l’attuale gestione clinica del trattamento neoplastico. Tuttavia, le sfide in questo campo della medicina non sono finite. I trattamenti spesso non inducono durature risposte antitumorali. Il risultato spesso comporta recidive e metastasi. Le immunoterapie sono quindi complementi ideali e rappresentano il più concreto impegno della ricerca antitumorale, con lo scopo di attivare il sistema immunitario del paziente contro le cellule maligne, anche al di fuori delle aree di trattamento primario.
I vaccini anticancro possono avere il potenziale sia per addestrare il sistema immunitario contro le cellule tumorali che di generare una memoria immunologica, con conseguenti duraturi effetti antitumorali. Tuttavia, nonostante i risultati promettenti in studi di fase I e II, restano alcuni aspetti critici nello sviluppo e applicazione di vaccini contro il cancro che possono mettere in dubbio la loro efficienza. I vaccini cellulari presentano vantaggi rispetto a quelli basati su peptidi poiché sono presenti una varietà di antigeni tumorali (TAS).
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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