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Medici Ssn: sì all'attività privata ma senza eccedere rispetto al pubblico

Medicina Generale Redazione DottNet | 30/10/2008 20:52

''I medici del Servizio sanitario nazionale potranno svolgere anche libera attività professionale fuori dalla struttura pubblica ma a patto che, da privati, il numero delle prestazioni eseguite non sia superiore a quello delle prestazioni effettuate in ospedale''.

A spiegarlo è il sottosegretario al Welfare con delega alla Salute Ferruccio Fazio, che sta lavorando ad un nuovo assetto dell'attuale sistema dell'intramoenia dei medici pubblici. Attualmente, il medico pubblico può scegliere di svolgere anche la libera professione e può farlo in due modi: all'interno della struttura pubblica dove già lavora (intramoenia, e in questo caso il guadagno sarà concordato con l'azienda ma il medico riceve una indennità di esclusiva) o fuori dalla struttura pubblica (in tal caso il medico rinuncia all'indennità di esclusiva e deve comunicare ogni anno le sua scelta in tal senso). In via transitoria, dal momento che non tutte le strutture pubbliche sono ancora attrezzate per consentire lo svolgimento dell'intramoenia, il medico può esercitare tale opzione fuori dalla struttura ma in altre strutture comunque convenzionato con quella di appartenenza.

Con la novità annunciata da Fazio, in pratica, il medico pubblico sarà libero di svolgere l'attività libero professionale ma dovendo rispettare un vincolo preciso: essendo 'in primis' un medico del Servizio pubblico, le prestazioni che garantirà 'fuori' non potranno essere in numero superiore a quelle che effettuerà in ospedale. Ciò, proprio per garantire maggiore efficienza alle strutture pubbliche. E su questo punto, Fazio '' ci saranno rigidi controlli, non solo sul tempo lavorativo, dunque, ma appunto sul numero di prestazioni eseguite''. Ma tra le ipotesi c'è un'altra novità: anche il medico che opti per la professione privata (non in intramoenia, dunque non in rapporto esclusivo con il Ssn) potrà accedere alla progressione di carriera e diventare primario.

''In futuro - ha spiegato Fazio - si dovrà dunque garantire che il numero delle prestazioni durante l'orario di lavoro non sia comunque inferiore se si deciderà di svolgere la libera attività professionale fuori dalla struttura pubblica dove si lavora. Non si potranno cioè effettuare più prestazioni in intramoenia o attività libero professionale rispetto alle prestazioni che vengono fatte durante l'orario di lavoro. Finora - ha precisato Fazio - era previsto un controllo sul tempo di lavoro ma nessuno 'misurava' le prestazioni''. Il medico, ha spiegato ancora Fazio, ''sarà libero di scegliere tra non fare libera professione oppure, concordandolo con l'azienda, fare libera professione intramuraria, oppure fare libera professione extramuraria (fuori la struttura pubblica). Intramoenia e libera professione sono entrambe oltre l'orario di lavoro previsto''. La novità, ha concluso, è che ''andremo a controllare non solo il tempo ma anche le singole prestazioni che vengono fatte all'interno della struttura ospedaliera, all'interno della struttura intramoenia e all'interno della libera professione anche nelle strutture private, ed al momento della stipula del contratto con la asl il medico dovrà accettare che gli vengano fatti questi controlli''.
 

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