Se l'ipertensione e' causata dalla presenza di un tumore basta un semplice esame del sangue per scoprirlo. E' quanto emerge da uno studio condotto dal gruppo di ricerca coordinato dal professor Gian Paolo Rossi, direttore della Clinica Medica 4 dell'Universita' di Padova, pubblicato su 'Hypertension', prestigiosa rivista internazionale del settore. L'iperaldosteronismo primario e' responsabile dell'ipertensione arteriosa in oltre l'11% degli ipertesi che si rivolgono ai centri specializzati nel settore in Italia.
Nella meta' circa dei casi l'iperaldosteronismo e' dovuto - secondo i ricercatori - a un tumore di una ghiandola surrenalica e puo' essere guarito con la surrenectomia, un intervento in laparoscopia che richiede una breve degenza in ospedale. Cio' evita ai pazienti di dover assumere farmaci per curare l'ipertensione arteriosa per tutta la vita. I ricercatori hanno dimostrato che livelli aumentati nel sangue di paratormone, un ormone rilasciato dalle ghiandole paratiroidi, aiutano a riconoscere le forme d'iperaldosteronismo guaribili chirurgicamente dalle forme che esigono una terapia farmacologica. Quest'importante scoperta dimostra che un semplice prelievo di sangue puo' permettere di identificare i pazienti che necessitano di indagini diagnostiche approfondite atte a identificare un eventuale tumore. La rimozione di quest'ultimo si traduce nella guarigione dell'ipertensione nella quasi totalita' dei pazienti.
Sono un antiepilettico e un farmaco per il colesterolo che insieme sono in grado di modificare la biologia del tumore e potenziare l'effetto della chemioterapia
Dal melanoma al seno. Da studiare il fenomeno della resistenza in certi pazienti
Ricercatori di IEO e dell’Università degli Studi di Milano scoprono come farmaci già in uso possono essere potenzialmente efficaci contro tumori con una diffusa anomalia genetica
I nuovi dati dello studio MARIPOSA, presentati alla World Conference on Lung Cancer 2024, hanno confermato una superiorità clinica a lungo termine della terapia amivantamab più lazertinib rispetto alla monoterapia con osimertinib
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