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Università di Camerino: l’informazione medico scientifica finisce sotto esame

Professione Salvatore Ruggiero | 18/06/2012 09:56

Si è svolto venerdì 8 giugno presso l’Università di Camerino il convegno “Informatore Scientifico sul Farmaco: un ruolo in rapida trasformazione” organizzato dallo stesso ateneo nello storico salone degli Stemmi. L’affollato appuntamento – oltre un centinaio gli studenti, ma anche professori e addetti ai lavori – ha visto al centro dei lavori il ruolo dell’informatore medico alla luce di nuovi e importanti cambiamenti che stanno interessando la professione.  Negli ultimi anni, infatti, la figura dell’informatore è stata in parte stravolta  dalla necessità delle case farmaceutiche di contenere i costi, dalla scadenza brevettuale di molti prodotti blockbuster, dalla revisione della spesa del servizio sanitario nazionale, da nuovi e più efficaci sistemi di comunicazione.

E’, senza dubbio,  un momento difficile  per l’informazione scientifica, un settore in cui le condizioni di mercato hanno portato le aziende farmaceutiche non tanto ad una riduzione del fatturato ma ad una contrazione dei margini. Prima conseguenza è stata l’introduzione di un nuovo  modello di business e di un nuovo e rivoluzionario approccio alla comunicazione  con la classe medica. I relatori hanno convenuto che la forte contrazione delle reti di informazione è anche dovuta al fatto che queste erano in precedenza in numero eccessivo. Ma la domanda cui eravamo chiamati a rispondere era sul futuro che si profila ai neolaureati in informazione scientifica del farmaco. Che  ci sarà, certo, ma sarà anche completamente diverso dal passato. Noi di Merqurio abbiamo  mostrato ai giovani studenti  i nuovi modelli di informazione scientifica del farmaco quali l’e-detailing, il phone-detailing, la CSO, argomenti che hanno raccolto da parte dei futuri laureati grande interesse e coinvolgimento.

Il Cav. Benanti della SIFI ha narrato la realtà di una azienda familiare di terza generazione in un mercato sostanzialmente consolidato, con modalità di interazione di fiducia con il medico costruite nel tempo. La relazione di Stefano Reggio della Baxter ha stimolato i giovani presentando un primo quadro della complessa realtà del market access: certamente uno degli ambiti di pieno sviluppo della professione dell’informazione nel quale sono richieste particolari doti di empatia ed esperienza. Daniele Recchi, direttore dell’informazione scientifica dell’Angelini, ha coinvolto gli  studenti presentando le modalità di selezione, formazione, misura e controllo che questa azienda attua per la sua rete facendo comprendere la cura e l’impegno che una azienda di successo pone nella costruzione e nello sviluppo delle competenze degli uomini sul campo.
La Sifo con il delegato Massimo Fioretti, ha poi esposto le proprie necessità  in termini di informazione scientifica, mostrando come il farmacista ospedaliero può essere sia un destinatario che un latore di aggiornamento scientifico nell’ambito della struttura ospedaliera. Infine i ragazzi hanno potuto, con la relazione di Francesco di Liscia e di Gaetano Falcone di Cegedim,  avere una panoramica di come un isf si relaziona con l’azienda attraverso le piattaforme informatiche ed informative e come queste possono aiutare nella propria attività lavorativa quotidiana. Nel complesso i giovani  laureandi hanno avuto  un quadro trasparente e preciso della direzione che la professione sta prendendo e quali sono le richieste che il mondo del lavoro farà loro: professionalità e capacità comunicative, in particolare.  Ma ogni relatore ha voluto sottolineare che è una professione che va amata e non può essere fatta per ripiego. A mio giudizio ciò che emerge è l’impegno della facoltà di Camerino e per i docenti Francesco Amenta, Claudio Pettinari, Fabrizio Galeazzi e Vittorio Sportelli, a comprendere i bisogni formativi richiesti dal mondo del lavoro, ad avvicinare i due mondi per sviluppare potenti sinergie collaborative,  ad occuparsi non solo di ricerca e formazione ma anche dello sviluppo lavorativo dei futuri laureati. Questa comprensione delle attese dell’industria permette di formare studenti con competenze più rispondenti agli effettivi bisogni, dimostrando come “la rocca” di Camerino non sia affatto isolata con la realtà che la circonda, ma impegno e motore di nuovi e importanti sviluppi accademici.

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