Monta in tutta Italia la protesta dei medici in formazione specifica in medicina generale. Si battono per u compenso che non sia la metà di quello percepito dai “fortunati” specializzandi ed erogato sotto forma di borsa di studio. Ma chiedono anche l'immediata detassazione della borsa di studio (oggi con una doppia tassazione Irpef) al pari di quanto avviene per i medici specializzandi ed i dottorandi, e la revisione delle attuali incompatibilità di altre attività di lavoro con la frequenza del corso di medicina generale. Vogliono che la valorizzazione del ruolo del corsista di medicina generale passi attraverso l' adozione di un contratto di formazione specifica di medicina generale.
E infine desiderano che ci sia un’uniforme adozione, all' interno di tutte le Regioni, di un sistema formativo professionalizzante performante, unitamente alla definizione di un core curriculum. Ed ancora, l'introduzione di standard e requisiti di qualità e l'adozione di relative modalità di monitoraggio, oltre che di verifica periodica della qualità della formazione. In sintesi, i giovani medici di medicina generale chiedono "maggiori riconoscimenti a fronte di maggiore responsabilità assistenziale all' interno del percorso formativo-professionale, il che si tradurrebbe nell'avere medici di famiglia meglio formati, con beneficio per la popolazione e con una migliore allocazione delle risorse da parte delle Regioni". Ormai, dunque, la protesta dilaga in tutta Italia dove appare ormai evidente il malcontento dei Medici corsisti che sottolineano le difficoltà insite in un percorso formativo che di fatto mortifica professionalmente ed economicamente chi vorrebbe un giorno diventare Medico di Famiglia. Roberto Pieralli, Responsabile Snami del 118 Emilia e Romagna, già corsista, continua a denunciare le criticità del sistema “ Sono uno di quelli che suo tempo ha dovuto lasciare a malincuore la scuola per accedere alla Medicina Generale.
La finalità del divieto è di garantire la massima efficienza e funzionalità operativa all'Ssn, evitando gli effetti negativi di un contemporaneo esercizio, da parte del medico dipendente, di attività professionale presso strutture accreditate
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