Una proposta di legge per modificare l'assistenza psichiatrica. Senza riaprire i manicomi, ma creando strutture dove i malati e le loro famiglie possano essere messi al centro di "un percorso di cura umano e privo di ideologie, ma basato sull'empatia e la solidarietà". A presentarla il deputato del Pdl Paolo Guzzanti, che a Roma ha illustrato alla stampa la sua idea di riforma della legge 180 del 1978, detta anche 'legge Basaglia' dal nome del suo ideatore. "Questa normativa - ha evidenziato - è certamente affascinante nel suo impianto e viene persino studiata dagli altri Paesi. Peccato che poi nessuno la adotti così com'è, perché non soddisfa le esigenze dei pazienti e delle famiglie, costrette spesso a calvari e a sofferenze indicibili.
La proposta di legge che presento, però, non mira di certo a riaprire i manicomi, bensì a creare reparti di psichiatria ispirati a nuovi principi, nonché ad aprire cliniche ex novo così come a riconvertire vecchie strutture psichiatriche a un nuovo tipo di assistenza. Esattamente come avviene all'estero, il paziente psichiatrico va infatti curato, tutelato e protetto dalla propria violenza, che spesso va a colpire innocenti come chi se ne prende cura. Dunque, verrà mantenuto ciò che di buono c'è nella legge Basaglia e cioè il criterio della solidarietà. La mia proposta di legge è già stata depositata ed è ora aperta alla firma di tutti i parlamentari che vorranno sottoscriverla.
Medici e infermieri, su tutti, presentano un allarmante tasso di suicidio che corrisponde a 21 ogni 100mila abitanti, rispetto alla popolazione “normale”
"I bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni: uno diretto, legato alla dipendenza e l'altro indiretto, perché l'interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale"
Rigon, "serve un tavolo nazionale per interventi di prevenzione"
Cambiato il loro modo di percepire il mondo e la società. Nuovi studi dimostrano modifiche anche a livello cerebrale
Medici e infermieri, su tutti, presentano un allarmante tasso di suicidio che corrisponde a 21 ogni 100mila abitanti, rispetto alla popolazione “normale”
"I bambini e le bambine che utilizzano strumenti tecnologici e interagiscono con gli schermi subiscono due danni: uno diretto, legato alla dipendenza e l'altro indiretto, perché l'interazione con gli schermi impedisce di vivere nella vita reale"
Rigon, "serve un tavolo nazionale per interventi di prevenzione"
Cambiato il loro modo di percepire il mondo e la società. Nuovi studi dimostrano modifiche anche a livello cerebrale
Commenti