Nascere con la placenta: e' successo oggi al San Camillo di Roma. Il piccolo Flavio e' nato con il primo Lotus Birth ospedaliero avvenuto nella Capitale. La mamma, Tania, e il neonato, di 3,5 kg., stanno benissimo. ''Siamo felici - ha commentato a caldo il papa', Christian, romano come la neo mamma - perche' sono stati rispettati mamma e bambino, garantendo un parto assolutamente senza traumi. Ecco perche' abbiamo adottato la metodica del Lotus Birth, che dovrebbe essere applicata in tutti gli ospedali''. Il Lotus Birth, che si sta sempre piu' diffondendo in Italia, prevede di lasciare il neonato collegato alla placenta fino al distacco naturale del funicolo, che avviene dai tre ai dieci giorni dopo la nascita, con benefici sia di ordine psicologico che biologico.
Non ci sono evidenze scientifiche che neghino questa metodologia, definita dall'Organizzazione Mondiale della Sanita' una ''procedura fisiologica'' in contrapposizione alla ''procedura invasiva'' del taglio immediato. Non sussistono neppure ragioni mediche che la sconsiglino in presenza di una placenta sana. Tuttavia alcune famiglie devono affermare con determinazione il proprio diritto a un parto naturale, superando le iniziali resistenze del personale medico. Un parere opposto e' espresso dal presidente della Spcieta' italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), Nicola Surico, che giudica questa tecnica solo una ''moda'': ''In realtà è una tecnica che non presenta alcuna utilità o beneficio e che, invece, può portare problemi di tipo igienico e anche batteriologico.
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