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Pediatri, no al medico di base dopo i 7 anni: sono meno esperti con i bambini. Il Ministero: il documento non è nostro. Che cosa ne pensate?

Pediatria Redazione DottNet | 30/01/2012 18:46

I bambini potrebbero 'perdere' il loro pediatra gia' al compimento del 7/o anno di eta' ed essere trattati, da quel momento, per la loro salute, dai medici degli adulti. Una proposta ''sbagliata, fuorviante e pericolosa'', dicono i pediatri i quali, mentre stanno lavorando per riorganizzare la loro rete di assistenza, si sono scontrati con la proposta, avanzata in sede tecnica, contenuta nella bozza di Riordino delle Cure Primarie del ministro della Salute, Renato Balduzzi, e della Conferanza Stato-Regioni in vista del prossimo Patto per la Salute secondo la quale l'assistenza pediatrica di base viene ridimensionata al solo periodo 0-6 anni .

  ''I medici di medicina generale, che garantiscono all'adulto un livello molto elevato di assistenza, sono meno esperti dei pediatri in materia di bambini per il semplice motivo che ormai da 50 anni non se ne occupano piu''', sottolinea il presidente della Societa' italiana di pediatria (Sip), Alberto G. Ugazio.  Sul tema e' intervenuto anche il presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, senatore Ignazio Marino (Pd) che si dice ''perplesso'' e chiede chiarimenti. ''Non sono in possesso della bozza di riordino delle cure primarie predisposta da ministero della Salute e Conferenza Stato-Regioni in vista del nuovo Patto per la Salute: chiedero' gia' da domani di averne copia per poterla valutare e capire le motivazioni di questa scelta. Da medico, mi sembra giusto sottolineare che la migliore assistenza psico-fisica ai bambini e agli adolescenti puo' e deve essere offerta da professionisti specialisti, i pediatri appunto''.

''Le loro competenze mediche - sottolinea Marino - costituiscono un patrimonio della nostra societa' che vanno salvaguardate ed utilizzate, nell'interesse dei bambini, dei ragazzi e delle famiglie''.  Entra nel merito tecnico il presidente della Sip, Ugazio.''Pensiamo - spiega - al dosaggio dei farmaci che per gli adulti e' unico, mentre per i bambini e' legato ai kg di peso o alla superficie corporea''. La Sip, inoltre, ricorda, sta elaborando proposte di riorganizzazione della rete pediatrica sia in ambito di Consiglio Superiore di Sanita', sia in collaborazione con l' Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane con cui e' stato realizzato il 'Libro Bianco sulla salute dei bambini' che sara' presentato domani.
In tal senso ''le nostre proposte - afferma Ugazio - prevedono di garantire la continuita' dell'assistenza, eliminando artificiose separazioni tra assistenza ospedaliera e assistenza sul territorio''.  Nella proposta sotto accusa, al punto 10 del capitolo cure primarie, si legge che ''l'assistenza della Pediatria di libera scelta non e' garantita in modo uniforme su tutto il territorio nazionale'' e che ''vanno quindi modificate le norme convenzionali che regolano i parametri relativi agli assistiti in carico, prevedendo di assegnare ai Pls unicamente i bambini da 0 a 6 anni''.  Per la Confederazione italiana pediatri (CIPe) la proposta va verso lo ''smantellamento'' del sistema di assistenza pediatrica territoriale e chiede un incontro urgente con il Coordinamento delle Regioni per avere chiarimenti e ''poter scongiurare manovre sciagurate che potrebbero recare seri danni alla salute dei bambini e degli adolescenti''. Ma il ministero frena: ''Si tratta di un documento tecnico degli Assessorati Regionali alla Sanità ''. ''Nel documento ministeriale sulle cure Primarie presentato al Tavolo Tecnico per il rinnovo del Patto per la Salute - si legge in una nota - l'ipotesi assolutamente non è prevista, né risulta che il documento sia stato trasmesso al Ministero e che esista una sua validazione politica da parte delle stesse Regioni''

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