I medici di famiglia saranno obbligati, salvo particolari situazioni, a specificare nella ricetta medica l'eventuale esistenza del farmaco equivalente. E' una delle novità, contenute nella nuova bozza del Dl del Governo in sulle liberalizzazioni. ''Il medico, salvo che non sussistano ragioni terapeutiche contrarie nel caso specifico - si legge nella bozza - inserisce in ogni prescrizione medica le seguenti parole: 'o farmaco equivalente se di minor prezzo', ovvero specifica l'esistenza del farmaco equivalente". "Mi sembra assurdo, e' una forzatura, sono attonito".
Non usa giri di parole il segretario della Federazione dei Medici di medicina generale (Fimmg), Giacomo Milillo, per commentare la norma contenuta nella bozza del decreto sulle liberalizzazioni secondo la quale i medici di famiglia dovranno, salvo particolari situazioni, specificare nella ricetta medica l'eventuale esistenza del farmaco equivalente. Si tratta dice Milillo di ''una norma senza senso, di una forzatura della liberta di prescrizione del medico, lo costringe ad assumere una responsabilita' che non si puo' assumere, perche' il medico e' responsabile di quello che prescrive'', evidenzia Milillo, secondo il quale questa norma "e' contestabile in tutte le sedi e certamente sara' contestata".
Le critiche
Ma piu' in generale sono tutte le categorie, dai medici ai farmacisti, dai parafarmacisti fino agli industriali, a criticare, per ragioni diverse, il testo del Governo. Che come ha spiegato oggi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricala', in un incontro con Federfarma, sara' oggetto di ulteriori limature che verranno messe a punto dal ministero della Salute. Nel frattempo, pero', la rabbia della categorie toccate dal decreto non sembra scemare, anzi. Ad alzare il tiro e' in particolare l'associazione dei titolari di farmacie, che accusa "il Governo di aver abbandonato la categoria e di non favorire nessuna apertura al confronto, come dimostra l'indisponibilita' del ministro della Salute, Renato Balduzzi". L'idea di liberalizzare i turni "non mi sembra una buona idea, perche' si corre il rischio di perdere quella 3mila farmacie che oggi per legge sono aperte di notte", evidenzia il presidente di Federfarma, Anna Rosa Racca, che mette in discussione l'intero impianto della legge: "Noi ribadiamo la disponibilita' a oltre 2mila nuove aperture, ma se il testo approvato sara' quello che circola in queste ore faremmo prima a chiudere le farmacie", sentenzia Racca, che non esclude forme di protesta nei prossimi giorni. E critico, seppur per ragioni opposte, e' anche il presidente del Forum nazionale delle parafarmacie, Giuseppe Scioscia, che contesta "la mancata liberalizzazione dei farmaci di fascia C" e la norma, anche questa nuova, che valuta, ai fini di futuri concorsi, l'attivita' svolta dai laureati in farmacia negli esercizi commerciali "in misura non inferiore al 70% rispetto all'attivita' lavorativa svolta nelle farmacie". In questo modo, aggiunge, "i concorsi non li vinceremo mai". Mentre il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, parla di una norma, quella che impone d'indicare il generico in ricetta, "che mi sembra dia un brutto segnale al paziente, perche' gli dice che la sua cura e' legata al costo del farmaco", e dalla quale "non si ottiene nessun risparmio ma, casomai, confusione". La nuova bozza del decreto, infine, conferma la revisione della pianta organica delle farmacie, con il quorum stabilito a 3mila abitanti per farmacia. Ma su questo punto, cruciale, potrebbero esserci ancora margini di manovra per una modifica.
Intra moenia
Nel provvedimento si parla anche di Intra moenia: “Basta con le proroghe del regime transitorio per la libera professione dei medici”. E' il messaggio lanciato dalla commissione Affari sociali nel parere al decreto Milleproroghe, in via di conversione alla Camera, che da' il suo via libera al provvedimento ma con tre osservazioni (comunque non vincolanti). La commissione, tra le osservazioni, chiede che siano ''abbreviati'' i termini alla proroga (nel testo al 31 dicembre 2012) della possibilita' per i camici bianchi di esercitare la libera professione intramuraria fuori dalle strutture pubbliche, qualora queste non abbiano ancora messo a disposizione spazi adeguati. Ma si chiede anche di accorciare la proroga dell'incarico di Francesco Rocca a commissario straordinario della Croce Rossa (ora 'allungato' al 30 settembre 2012), visto peraltro che e' in discussione il decreto di riordino della Cri del ministero della Salute (e la delega al governo per intervenire su questo scade a gennaio). Quanto alla libera professione, a breve, probabilmente gia' la prossima settimana, Pdl, Udc, Fli, Noi Sud, Idv, Popolo e territorio e gruppo Misto, si sono impegnati a presentare un nuovo provvedimento per disciplinare l'esercizio della cosiddetta intramoenia 'allargata'.
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