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Nuova applicazione terapeutica dell’enoxaparina nella trombosi portale e scompenso clinico in pazienti con cirrosi in stadio avanzato. Presentato studio dall' AASLD

Ematologia Medical Information Dottnet | 30/11/2011 17:56

L’enoxaparina è sicura ed efficace nella prevenzione della trombosi della vena porta (PVT) in pazienti affetti da cirrosi in stadio avanzato e, soprattutto, nella riduzione dello scompenso clinico, sia durante che in seguito a trattamento farmacologico attivo. Questo è ciò che emerge da uno studio dei ricercatori dell'Associazione Americana per lo Studio del Malattie del fegato (AASLD), presentato al 62esimo Meeting Annuale. La trombosi portale, una frequente complicanza della cirrosi in stadio avanzato, si verifica in circa l'8-25% dei pazienti. Secondo quanto affermato dalla D.ssa Villa, tale patologia causa un peggioramento dell’ipertensione portale, l'insorgenza di ascite refrattaria in associazione ad encefalopatia, comporta un più complesso intervento di trapianto di fegato, ed un più alto rischio di complicanze chirurgiche. Altre gravi conseguenze di tale patologia risultano essere un grave deterioramento clinico, scompenso clinico e morte.

Lo studio, un trial prospettico randomizzato, effettuato da Villa e colleghi, ha previsto la somministrazione di terapia anticoagulante in una popolazione di pazienti affetti da cirrosi in stadio avanzato. Lo scopo è stato quello di testare in modo prospettico la profilassi dello scompenso con farmaci anticoagulanti. L'endpoint primario era la comparsa di trombosi portale o mesenterica, con endpoint secondari di sopravvivenza globale e la comparsa di scompenso clinico (insorgenza di ascite, encefalopatia epatica, o sanguinamento da varici). L'endpoint di sicurezza era rappresentato da comparsa di sanguinamento o trombocitopenia, relativi alla terapia anticoagulante. I partecipanti sono stati sottoposti a trattamento,  per via sottocutanea, di enoxaparina 4.000 UI / die per 12 mesi, seguiti da 12 mesi di osservazione. Gli ultrasuoni sono stati effettuati ogni 12 settimane, mentre la tomografia computerizzata (TC) è stata eseguita ogni 48 o 96 settimane, o in caso di trombosi rilevata dai risultati degli ultrasuoni. La condizione di PVT è stata considerata rilevante in caso di un coinvolgimento pari ad almeno il 50% del diametro della vena porta, e nel caso in cui la patologia fosse accompagnata da episodi sintomatici.

Durante il periodo di trattamento, all’interno del gruppo placebo, costituito da 36 pazienti, si sono verificati 6 casi di trombosi completa o parziale della vena porta, che non si sono invece verificati in nessuno dei pazienti del gruppo enoxaparina (P = 0,017).

Durante l’anno di osservazione, si sono, inoltre, verificati 7 eventi trombotici ulteriori, di cui 4 nel gruppo placebo e tre nel gruppo enoxaparina. Inoltre, la comparsa di scompenso clinico si è verificata più frequentemente nel gruppo placebo che in quello trattato con enoxaparina. La sopravvivenza è stata, dunque, significativamente migliore tra i pazienti trattati con enoxaparina (P = 02), considerando anche il fatto che tale farmaco è stato ben tollerato, senza episodi di sanguinamento dovuti alla terapia. In conclusione, l’utilizzo di enoxaparina potrebbe rappresentare un’importante strategia terapeutica per il trattamento di pazienti ad alto rischio di trombosi portale.

Bibliografia: E. Villa, et al. Enoxaparin prevents portal vein thrombosis (PVT) and decompensation in advanced cirrhotic patients: final report of a prospective randomized controlled study. AASLD 2011; abstract 120.

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