Esplode la polemica in Emilia Romagna sui certificati ospedalieri che non riportano la prognosi, delegando così al medico di base un compito che non gli spetta. Un problema, lo ricordiamo, che è presente un po’ ovunque, come ci hanno segnalato diversi iscritti a Dottnet. Per cui il comportamento dell’Emilia potrebbe fare da apripista e creare una sorta di precedente. "Una cosa inaccettabile”, afferma Giuseppe Pizza, il presidente dell'Ordine dei medici di Bologna, che raccoglie la denuncia della Fimmg, la federazione dei medici di base, che nei giorni scorsi si è scagliata contro l'abitudine dei colleghi ospedalieri di non indicare all'atto delle dimissioni i giorni di prognosi ai pazienti con cui hanno diritto a restare a casa dal lavoro.
"E' un problema che deve essere risolto: i medici ospedalieri devono adeguarsi alle normative", contesta Pizza, confermando che "l'Ordine dei medici si è già mosso, segnalando alcuni casi alle direzioni sanitarie perché intervengano". Insomma, taglia corto il presidente dell'ordine, "i pazienti non possono andare dai medici di base con una prognosi di zero giorni. E' inaccettabile". Con una lettera ai direttori delle Ausl e delle aziende ospedaliero-universiarie dell'Emilia-Romagna, oltre che ai vertici regionali di Inps e Ordine dei medici, e per conoscenza anche a Carlo Lusenti, assessore alla Sanità di viale Aldo Moro, la Fimmg ha fatto emergere nei giorni scorsi "i forti disagi segnalati dai medici di medicina generale e dai cittadini lavoratori dipendenti" a causa "delle certificazioni cartacee rilasciate al momento di dimissione dalle Strutture ospedaliere di ricovero e di Pronto soccorso, in quanto incomplete ed insufficienti per giustificare l'assenza dal lavoro per malattia".
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