L’incidenza del rischio clinico, il ricorso medico alla medicina difensiva e i contenziosi giudiziari nei casi di malasanità: sono alcuni tra i temi trattati nel convegno “Rischio clinico, call for good pratice” tenutosi nella sede dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Napoli e provincia. All’incontro erano presenti medici di aziende sanitarie pubbliche e private, sindacati del settore ed esperti di diritto. “Con l’obiettivo - ha spiegato all’inizio del convegno il presidente dell’Ordine, Gabriele Peperoni - di dettare ai medici una buona pratica per tutelare la salute del paziente senza ricorrere alla medicina difensiva”.
Si è quindi discusso di malpractice, cioè dei casi di malasanità: un fenomeno di 320mila casi di errori sanitari registrati in Italia su 8 milioni di ricoveri annui e con percentuale di decessi che oscilla sui 35mila casi. Dati snocciolati durante il convegno dal Bruno Zamparelli, presidente dell’Associazione Nazionale dei Medici delle Direzioni Ospedaliere (ANMDO) sezione Campania. Il costo sul bilancio sanitario - dal punto di vista assicurativo - oscilla tra l’1% e il 2%. “Il rischio clinico - ha spiegato il dirigente regionale - cioè la combinazione tra la probabilità di un evento e le sue conseguenze, va gestito con un adeguato approccio medico-scientifico per trovare le cause e quindi i rimedi”.
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