Aumentano di anno in anno i bambini che soffrono di malattie croniche, una volta appannaggio esclusivo degli anziani. Sono 3 milioni i bambini che ne soffrono, e questo paradossalmente grazie ai progressi compiuti in pediatria e neonatologia, che riescono a salvare bambini malati che fino a pochi decenni fa sarebbero sicuramente morti. Lo ha sottolineato Alberto Ugazio, presidente della società italiana di Pediatria (Sip), riunita a congresso a Roma. I progressi compiuti sul piano diagnostico e terapeutico sono innumerevoli, basti pensare ai dati sulla mortalità infantile: se a inizio secolo era pari a 174 casi su mille, negli anni 50 e' passata a 52,7 per recedere a 4,4 nel 2001 sino a 3,6 bambini nel 2008.
"Nonostante ciò oggi, forse ancora più di ieri, il bambino deve tornare al centro delle scelte sociali e politiche del Paese" spiega Alberto Ugazio, Presidente SIP. Se, da un lato, nelle società occidentali, le malattie infettive non sono più una priorità, dall'altro lato, "sono le malattie croniche complesse, che interessano circa 3 milioni di bambini, a rappresentare la nuova frontiera della pediatria. Molte malattie un tempo fatali, quali cardiopatie congenite, diabete, leucemie, oggi possono essere curate. Sono diventate, infatti, croniche. Ma l'organizzazione sanitaria deve strutturarsi per garantire adeguate cure e continuità assistenziale", aggiunge Ugazio. Mentre sono traumi e lesioni, ricordano i pediatri, la prima causa di mortalità tra 5 a 19 anni e la terza causa nei primi 4 anni. Cause perinatali e anomalie congenite sono invece responsabili del maggior numero di morti dalla nascita fino a 4 anni. Leucemie e tumori, dopo il primo anno di vita, rappresentano la seconda causa di mortalità in tutte le fasce di età con una maggiore incidenza tra i 15-19 anni (3,7 su 10 mila), ed i problemi respiratori la quarta causa. La mortalità pediatrica per AIDS in 20 anni (dal 1980 al 2002) è diventata prossima allo zero. Purtroppo aumenta invece l'incidenza dei tumori: ogni anno in Europa, si ammalano 140 bambini ogni milione di bambini di età 0-14 anni, con un incremento annuo variabile dallo 0,8 al 2.1%. In ogni caso, ribadiscono gli esperti, sono le malattie croniche - che, paradossalmente, originano quasi per intero dagli straordinari successi scientifici - a rappresentare oggi la vera emergenza della pediatria.
- L'INFANZIA DI IERI: 1 bambino su 3, tra quelli con peso compreso tra 2 kg e mezzo e 3 kg, non diventava adulto. Nel primo ventennio del 900 solo 600 bambini su 1000 arrivavano all'età adulta. Nel 1936, anno in cui si registra la minore mortalità da inizio secolo, su 1000 morti 274 erano dei primi 15 anni di età, 244 nei primi 5 anni e 164 nel primo anno. Polmonite, gastroenterite, morbillo, difterite, tubercolosi e tifo sono state per molto tempo le principali cause di mortalità infantile.
- LE MALATTIE INFETTIVE: Con l'inizio dell'era antibiotica furono adeguatamente curate mentre quelle contagiose furono combattute con la messa a punto di vaccini, dall'antitetanico e antidifterico all'antipoliomielitico dei primi anni '60, dall'antipertosse alla vaccinazione completa (morbillo, parotite e rosolia), fino ai più recenti.
- L'INFANZIA DI OGGI: Le malattie scompaiono come prima causa di mortalità, sostituite da traumi e lesioni come prima causa di mortalità tra 5 a 19 anni e la terza causa nei primi 4 anni. Cause perinatali e anomalie congenite sono invece responsabili del maggior numero di morti dalla nascita fino a 4 anni. Leucemie e tumori, dopo il primo anno di vita, sono la seconda causa di mortalità in tutte le fasce di età con una maggiore incidenza tra i 15-19 anni (3,7 su 10 mila), ed i problemi respiratori la quarta causa. La mortalità pediatrica per Aids dal 1985 al 2002 e' diventata prossima allo zero. In crescita l'asma bronchiale, che colpisce oggi il 10% della popolazione infantile (negli anni 70 era il 2,3%).
- SALUTE NEONATI : negli ultimi 30 anni la salute dei neonati italiani è molto migliorata, come dimostrano i dati di uno studio condotto dalla Società italiana di neonatologia. La mortalità neonatale alla nascita nel 1973 era di 20 bambini su 1000 nel primo mese dalla nascita, e di 25,8 su mille nel primo anno. Nel 2008 è scesa a 3 su 1000 nel primo mese, e 5,6 nel primo anno.
- PESO: I bambini che nascono oggi alla 40/a settimana hanno un peso medio di 3.425 grammi per i maschi, e 3.279 per le femmine. Nei secondogeniti il peso è di 100-200 grammi superiore. Venticinque anni fa il peso medio dei neonati era, invece, di 80-100 grammi inferiore. Sono inoltre diminuiti i bambini con peso molto basso o molto alto alla nascita, segno che c'è una maggiore attenzione alla dieta in gravidanza, una migliore gestione del diabete gestazionale e un intervento precoce sui bambini con problemi di sviluppo fetale. Per quanto riguarda i prematuri, il loro peso medio alla nascita è diminuito, perché oggi nascono bambini che prima non avevano speranze di sopravvivere. Il loro peso medio alla 30/a settimana è di 1.250 grammi per le femmine, e 1.300 grammi per i maschi. Per quanto riguarda la lunghezza media dei nati a termine, è di 49,7 centimetri per le femmine e 50,5 cm per i maschi, con un aumento di 0,5 cm rispetto a 25 anni fa. La circonferenza cranica è invece di 34 cm nelle femmine e 34,7 nei maschi.
- ALIMENTAZIONE: Secondo i dati di uno studio comparativo realizzato in Europa, nel nostro Paese più di 1 bambino su 5 è obeso (21%) e quasi 1 su 2 è in sovrappeso (45,6%), con una percentuale più elevata nei bambini (48,8%) che nelle bambine (42,2%). In Europa, invece, c'è stata un'accelerazione del fenomeno obesità passando dallo 0,5-1% per anno degli anni '80 all'1,5-2% degli anni '90. Per combattere il fenomeno è stato proposto di intervenire sull'offerta degli alimenti, sui prezzi (i gruppi più colpiti sono i più vulnerabili a livello socio-economico) e la pubblicità. Dati alla mano, infatti, il 9% dei bambini italiani tra gli 8 e i 9 anni non fa colazione e ben il 30% non la fa adeguata. Inoltre 1 bimbo su 4 non mangia quotidianamente frutta e verdura e il 50% consuma bevande gassate o zuccherate nell'arco di una giornata. Brutte notizie anche sul versante dell'attività fisica: 1 bambino su 2 ha la tv in camera, solo il 20% dei bimbi pratica sport più di una volta la settimana, il 70% non ha l'abitudine di andare a scuola a piedi e solo 1 su 4 (26,8%) gioca più di 2 ore al giorno all'aria aperta nei giorni feriali. Clicchi qui per commentare.
Sin: l’alcol è una sostanza tossica e teratogena in grado di passare sempre la barriera placentare, indipendentemente dall’unità alcolica assunta o dalla frequenza di consumo o dall’epoca gestazionale e raggiunge il feto
Di Mauro: "ogni bimbo è unico e speciale, genitori siano flessibili"
Staiano: "Importante che la comunità e le famiglie siano consapevoli delle sfide che il cambiamento climatico comporta"
Con l'arrivo della stagione estiva e con l'inizio delle tanto sospirate vacanze, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) fornisce una serie di raccomandazioni
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