La lebbra o morbo di Hansen è una malattia cronica causata da un bacillo, il Mycobacterium leprae. Colpisce prevalentemente la pelle, i nervi periferici, le mucose delle prime vie respiratorie e gli occhi. I dati ufficiali dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) mostrano che più di 213.000 persone nel mondo sono infette (dati di inizio 2009, gli ultimi disponibili), principalmente in Asia e in Africa, con circa 249.000 nuovi casi segnalati nel 2008.Secondo gli esperti italiani, nel nostro Paese si registrano una decina di casi di lebbra all'anno, tutti 'di importazione'. La malattia, cioè, viene sempre contratta all'estero. Gli specialisti assicurano che il rischio di contagio in Italia è praticamente pari a zero. Oggi alcuni articoli di stampa sollevano il caso di un "lebbrosario fantasma" a Gioia del Colle, in provincia di Bari, mantenuto in attività nonostante i "pochissimi" pazienti ricoverati.
La prima menzione scritta di lebbra risale al 600 a.C. La malattia non è molto contagiosa - assicura l'Oms - ma si trasmette attraverso le goccioline di naso e bocca durante contatti stretti e frequenti con casi non trattati. E' oggi curabile se trattata precocemente: la terapia con una serie di farmaci (dapsone, rifampicina e clofazimina) è stata resa disponibile dall'Oms gratuitamente a tutti i pazienti in tutto il mondo dal 1995, e fornisce un rimedio semplice, ma efficace per ogni tipo di lebbra. Secondo i rapporti ufficiali ricevuti da 121 Paesi e territori del mondo - rileva l'Oms - la prevalenza globale di lebbra registrata all'inizio del 2009 era pari a 213.036 casi, mentre il numero dei nuovi casi rilevati nel corso del 2008 è stato di 249.007. Il numero di nuovi casi accertati a livello mondiale è diminuito di 9.
Fonte: Oms
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Scoperti nuovi fattori di rischio: il colesterolo "cattivo" nella mezza età e la perdita della vista non trattata in età avanzata
Perdita di autonomia, stigma sociale e peso economico i principali timori
Il lavoro, che accoglie le prime evidenze dello studio Nemesis è stato pubblicato su Nature Communications e illustra la generazione e i meccanismi neuronali delle alterazioni, suggerendo nuove vie di riabilitazione
All’A.O.U. Luigi Vanvitelli una nuova tecnologia cambierà la vita di migliaia di pazienti
Commenti