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Allergia pediatrica al latte: pronte le linee guida con le terapie

Pediatria | 04/02/2010 17:50

Solo il 'test da carico' e' in grado di indicare con certezza se un bambino e' allergico al latte. Lo dicono le linee guida internazionali presentate oggi a Milano nel corso del 'V Meeting di Allergologia Pediatrica', che vede oltre 800 pediatri di 34 Paesi a confronto sul tema delle allergie dei bambini.

 Questo e' un fenomeno in crescita esponenziale in tutto il mondo: il numero dei bambini con allergie respiratorie, ad esempio ha raggiunto nei Paesi sviluppati il 25-30%, mentre era solo al 5% negli anni Ottanta. Ma il focus del Congresso punta sulle nuove linee guida Dracma (Diagnosis and Rationale for Action Against Cow's Milk Allergy) che riguardano diagnosi e terapia dell'intolleranza alle proteine del latte vaccino. Si tratta di un documento nato su input della World Allergy Organization (WAO) e frutto del lavoro di numerosi esperti coordinati da Alessandro Fiocchi, primario di Pediatria all'Ospedale Macedonio Melloni di Milano e Presidente della Commissione Speciale sulle Allergie alimentari della WAO.

L'allergia alle proteine del latte colpisce circa il 2% dei bambini - spiega Fiocchi - ed e' una reazione dovuta a meccanismi immunologici che danneggia l'organismo del bambino manifestandosi con eczema o orticaria, disturbi intestinali e asma e, nei casi piu' gravi, provocando anafilassi, un' esplosione di allergia che puo' portare anche alla morte.
Da questa intolleranza pero' si guarisce se la diagnosi e' fatta in modo attendibile, per tempo. ''Se poi il bambino allergico e' sottoposto a dieta di eliminazione - avverte il pediatra milanese - si ristabilisce dopo 2-3 anni, tanto che quasi tutti, gia' in adolescenza, diventano tolleranti''. Ma senza queste linee guida il bimbo con sospetta allergia al latte ''corre il rischio - afferma Fiocchi - di vedersi porre una diagnosi senza alcun esame o di vedersi levare il latte come unico tentativo. E qualora venga diagnosticata l' allergia, corre il rischio di vedersi proporre sostitutivi inadeguati e di essere sottoposto definitivamente ad una dieta priva di latte per paura di reazioni''. Novita' anche sul fronte delle terapie e delle alternative al latte vaccino: viene declassato, ad esempio, il latte di soia per ''la capacita' di sensibilizzare, creando cosi' allergie secondarie'', come dimostrato da alcuni studi.

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