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Organizzazione Mondiale della Sanità: un bene prezioso da migliorare ma da tutelare

Sanità pubblica Redazione DottNet | 04/03/2025 11:59

L’OMS svolge a livello mondiale un ruolo cruciale per la salute e la qualità della vita delle persone in termini di monitoraggio, allerta e segnalazione di possibili patologie, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo

Sulla scia della proposta di uscire dall'Organizzazione mondiale della sanità, avanzata circa un mese fa dal neopresidente degli Stati Uniti Trump, nelle ultime settimane diversi esponenti di Governo, sia a livello internazionale che nazionale, hanno iniziato a prendere in considerazione l’idea di andare nella stessa direzione. Secondo la comunità scientifica, questa è però una seria minaccia per la salute mondiale. L’OMS, a livello globale, è infatti un’Istituzione fondamentale per la gestione della salute delle popolazioni: anche in periodi in cui non vi sono emergenze sanitarie globali, svolge un ruolo cruciale in termini sorveglianza sanitaria permettendo di mantenere una visione globale sull’andamento delle patologie che affliggono in maniera diversa le varie popolazioni e di gestire eventuali crisi sanitarie in modo coordinato e tempestivo. E soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, dove le risorse e le infrastrutture sanitarie sono spesso limitate, il ruolo dell’OMS diventa ancora più importante: un monitoraggio costante è indispensabile per limitare l’impatto delle malattie infettive che possono devastare queste comunità vulnerabili.

"Di certo l'Oms non è un’organizzazione perfetta ed è indubbio che la sua gestione debba essere migliorata nell’efficienza e alleggerita a livello burocratico, ma dire che non abbia alcuna utilità e annunciare di volerne uscire vuol dire mettere a rischio la salute di tutti i cittadini del mondo.

Elementi di critica sicuramente ci sono, ma è indubbio che molto spesso la sua funzione è risultata essere fondamentale: lo abbiamo visto con la pandemia Covid-19, ma lo vediamo costantemente anche con i focolai di malattie infettive in giro per il mondo. I virus non conoscono confini nazionali, pertanto è indispensabile avere un organo sovranazionale come l’Oms che consenta di sapere in maniera tempestiva in quale Paese del mondo ci sono delle allerte sanitarie. Pensare di affrontare una pandemia in ordine sparso non è concepibile, solo un alto livello di coordinamento globale può permettere di fronteggiare l’emergenza. Inoltre, la perdita di un ruolo dell'Organizzazione mondiale della sanità minerebbe, in primo luogo, le azioni di sostegno per la salute dei Paesi più poveri dove le iniziative dell’OMS sono state già determinanti nel ridurre l’impatto di patologie rilevanti che ci hanno colpito e ci colpiranno nel futuro" - spiega il Prof. Fabrizio Pregliasco (nella foto), virologo e docente di Igiene Generale e Applicata presso l’Università di Milano, Direttore scientifico di Osservatorio Virusrespiratori.it.

Già in questi giorni stiamo assistendo a una prima ripercussione che un allontanamento dall’OMS potrebbe avere sulla salute pubblica. A poche settimane dall'annunciata uscita degli Stati Uniti dall'OMS e in anticipo rispetto ai tempi necessari per compiere questa separazione, gli USA hanno infatti deciso di smettere già di condividere con l'Organizzazione Mondiale della Sanità i propri dati epidemiologici sull'andamento dell’influenza stagionale. Il Sistema globale di sorveglianza e risposta all'influenza (GISRS), che coinvolge 151 laboratori nazionali per la raccolta dei campioni distribuiti in 127 Paesi e 7 centri (in Stati Uniti, Cina, Russia, Giappone, Regno Unito e Australia), è stato attivato dall'OMS per monitorare i frequenti cambiamenti dei virus influenzali e preparare una risposta adeguata con vaccini efficaci contro i ceppi prevalenti, sulla base di come è andata la stagione influenzale nell'altra metà del globo visto che a determinare la stagione influenzale sono soprattutto la novità dei virus e le condizioni meteo. Non avere indicazioni sull’andamento dell’influenza in un Paese vasto come gli Stati Uniti rappresenta pertanto una perdita scientifica di enormi proporzioni. "Anche se l'OMS è al lavoro per colmare questo buco di informazioni, tale decisione, presa tra l’altro nel bel mezzo di una delle peggiori stagioni influenzali degli ultimi anni, rischia di minare l'efficacia dei prossimi vaccini contro l'influenza e di avere ripercussioni sulla salute pubblica negli USA e nel resto del mondo" - conclude il Prof. Pregliasco.

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