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I cambiamenti climatici influiscono su mente e corpo

Sanità pubblica Redazione DottNet | 14/01/2025 13:47

Un saggio del neuroscienziato Clayton Page Aldern, 7 anni di ricerche

 In un periodo in cui fenomeni climatici estremi diventano sempre più frequenti, cambiano anche le patologie, la diffusione delle malattie e della nostra capacità di affrontarle. E' quanto rivela un saggio del neuroscienziato Clayton Page Aldern, "Se il tempo è matto. Come il cambiamento climatico cambia la nostra mente e il nostro corpo" (Aboca Edizioni)". Frutto di sette anni di ricerche, è il primo a esplorare in maniera sistematica il modo in cui il cambiamento climatico influisce profondamente sulla nostra salute mentale e fisica. Attraverso storie raccolte in diverse parti del mondo, dalle fattorie della valle di San Joaquin in California alle comunità dell'Artico norvegese, Aldern racconta le esperienze di chi sta già vivendo gli effetti del cambiamento climatico sulla propria pelle.

Per l'autore, mentre il clima cambia, cambiamo anche noi e un ambiente in rapida trasformazione influisce direttamente sulla nostra salute mentale, sul comportamento e sul processo decisionale.  "Gli effetti del cambiamento climatico sui nostri cervelli costituiscono una crisi di salute pubblica che per la maggior parte viene ignorata.
Temperature sempre più alte e livelli elevati di anidride carbonica - spiega - sono collegati a un aumento di fenomeni come l'aggressività, la violenza domestica e l'odio online, oltre a ridurre le capacità cognitive e di apprendimento. Dall'ansia alla produttività, alla paura, alla memoria, al linguaggio, alla formazione dell'identità e persino alla struttura del cervello - continua -, le forze del mondo naturale sono lì, a esercitare una spinta invisibile". Secondo il ricercatore, inoltre, eventi estremi come incendi e uragani, possono causare stress post-traumatico, aggravato da esposizioni a neurotossine e malattie cerebrali legate al clima, colpendo persino individui non ancora nati attraverso l'eredità epigenetica. La soluzione? Per Aldern, "gli esseri umani hanno causato la crisi climatica e gli effetti neurologici che ne risultano, e saranno loro che, con la solidarietà, la faranno regredire. Saranno gli esseri umani a promuovere la resilienza dei loro simili", conclude.
  

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