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Massima allerta in Congo dopo le morti per una misteriosa malattia. La malattia è in area remota, si può contenere

Infettivologia Redazione DottNet | 09/12/2024 11:56

Il virus colpisce soprattutto i bambini, 'ma non è Covid'. Sono stati segnalati casi in nove delle 30 aree sanitarie della zona sanitaria di Panzi: Kahumbulu, Kambandambi, Kanzangi, Kasanji, Kiama, Mbanza Kipungu, Makitapanzi, Mwini ngulu e Tsakala P

Il virus colpisce soprattutto i bambini, 'ma non è Covid'. Sono stati segnalati casi in nove delle 30 aree sanitarie della zona sanitaria di Panzi: Kahumbulu, Kambandambi, Kanzangi, Kasanji, Kiama, Mbanza Kipungu, Makitapanzi, Mwini ngulu e Tsakala Panzi

 La Repubblica Democratica del Congo è in "massima allerta" dopo il rilevamento di una misteriosa malattia che, secondo le ultime stime, ha già ucciso decine di persone in poco più di un mese. Lo ha annunciato il ministro della Difesa.    "Siamo in massima allerta, riteniamo che questo sia un livello di epidemia che dobbiamo monitorare", ha sottolineato Samuel-Roger Kamba durante una conferenza stampa nella capitale Kinshasa. Il fenomeno descritto dalle autorità sanitarie come "un evento sconosciuto di sanità pubblica" è attualmente localizzato nella regione di Panzi, circa 700 km a sud-est di Kinshasa.   I primi casi sono stati rilevati alla fine di ottobre. "Nei centri sanitari abbiamo registrato 27 decessi. E con la valutazione effettuata dal primario di zona in comunità, ne sono stati segnalati altri 44", ha precisato il ministro, aggiungendo però che al momento "non posso dire che sia collegato al fenomeno perché ci sono altre possibili cause".

Le notizie ufficiali dal Congo - a quanto apprende l'ANSA da fonti informate - sembrano, tuttavia, ridimensionare l'allarme per l'epidemia in Congo. Secondo il ministero della Sanità congolese l'epidemia dura da oltre 40 giorni ed i morti accertati in presidi sanitari sono 27 su 382 contagiati.

 Altri 44 decessi sono stati registrati nei villaggi limitrofi, ma senza una verifica della diagnosi, per un totale di circa 70 morti in una vasta area. Una gran parte dei decessi si deve però alla totale mancanza di cure. Il tasso di mortalità è intorno all'8%. La zona di Panzi, dove si è sviluppata la malattia, è estremamente remota e scarsamente popolata. La valutazione degli esperti al momento è che l'epidemia possa dunque essere contenuta.  A Kenge, il capoluogo della regione interessata, si trova un piccolo aeroporto nazionale, ma l'accesso alla regione è complicato, specialmente nella attuale stagione delle piogge. In questo periodo ci possono così volere 12-24 ore per raggiungere la regione di Kwango dalla capitale con un automezzo. Non c'è una strada diretta tra Kenge e Panzi, l'area dell'epidemia, che è molto più a sud e vicina al confine con l'Angola. La zona inoltre è interessata dal conflitto Yaka-Teke con le milizie 'Mabondo' attive a Nord di Kenge. Alla data di ieri i team del ministero della Sanità congolese, partiti dalla Capitale con equipaggiamenti tecnici, non erano ancora giunti in loco.

   Nella remota regione di Panzi dove le infrastrutture sanitarie sono quasi inesistenti, la popolazione vive in una generale precarietà, soffrendo per la mancanza di accesso all'acqua potabile e ai medicinali. Il tasso di malnutrizione (61%) è tra i più alti del Paese, ha sottolineato il ministro, ricordando che già due anni fa la regione era stata colpita da una grave epidemia di febbre tifoide.    Secondo i primi dati disponibili, la misteriosa malattia colpisce soprattutto i più piccoli, con il 40% dei casi che coinvolge bambini sotto i cinque anni. I sintomi sono simili a quelli dell'influenza: febbre, tosse e mal di testa. Gli specialisti hanno già concluso che si tratta di una malattia che colpisce l'apparato respiratorio ma hanno escluso il Covid.

   "Non siamo ancora in una situazione di allarme, che si avrebbe in caso di presenza di un elemento diagnostico nuovo. Se fosse chiaro che l'intera popolazione è suscettibile e fosse conosciuta la modalità di trasmissione (ad esempio per via aerea), allora ciò costituirebbe un allarme. Ma al momento si tratta di una situazione circoscritta in una zona ristretta, sicuramente molto grave per l'area interessata. La letalità appare molto alta, circa un terzo sulle oltre 370 persone colpite. Ricorda quanto si osserva per la febbre emorragica, ma i sintomi sono molto diversi". Così Giovanni Rezza, professore di igiene e sanità pubblica presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, già dirigente di ricerca dell'Iss, rispetto alla misteriosa malattia che ha causato oltre 140 vittime in poco più di un mese nel sud-ovest della Repubblica Democratica del Cingo (RdC).  

"Data la presentazione clinica e i sintomi riportati, e un certo numero di decessi associati, polmonite acuta, influenza, Covid, morbillo e malaria sono considerati potenziali fattori causali con la malnutrizione come fattore contribuente. La malaria è una malattia comune in questa zona e potrebbe essere la causa o aver contribuito ai casi. Sono in corso test di laboratorio per determinare la causa esatta. In questa fase, è anche possibile che più di una malattia stia contribuendo ai casi e ai decessi".  Così l'Oms fa il primo punto sull'epidemia sconosciuta che rilevata in Congo. Il virus al momento resta dunque sconosciuto. Tra il 24 ottobre e il 5 dicembre 2024, la zona sanitaria di Panzi nella provincia di Kwango della Repubblica Democratica del Congo ha registrato 406 casi di una malattia non diagnosticata con sintomi di febbre, mal di testa, tosse, naso che cola e dolori muscolari. Tutti i casi gravi sono stati segnalati come gravemente malnutriti. Tra i casi, sono stati registrati 31 decessi. La maggior parte dei casi segnalati riguarda bambini, in particolare quelli di età inferiore ai cinque anni.

"L'area è rurale e remota, con accesso ulteriormente ostacolato dalla stagione delle piogge in corso. Raggiungerla da Kinshasa su strada richiede circa 48 ore. Tutti questi elementi hanno contribuito al ritardo nell'identificazione della causa sottostante", spiega l'Oms.

La situazione

Il 29 novembre 2024, il Ministero della Salute Pubblica della Repubblica Democratica del Congo ha segnalato all'Oms un allarme riguardante l'aumento dei decessi per cause non diagnosticate nella zona sanitaria di Panzi. Tra il 24 ottobre e il 5 dicembre 2024, la zona sanitaria di Panzi nella provincia di Kwango ha registrato 406 casi di una malattia non diagnosticata con sintomi di febbre, mal di testa, tosse, raffreddore e dolori muscolari e 31 decessi (percentuale di mortalità o CFR del 7,6%). I casi segnalati hanno avuto un picco nella settimana epidemiologica 45 (settimana conclusasi il 9 novembre 2024). L'epidemia è ancora in corso. Secondo una conferenza stampa del Ministero della Salute del 5 dicembre, ci sono stati diversi decessi aggiuntivi al di fuori delle strutture sanitarie (decessi nella comunità). Questi decessi devono ancora essere indagati, caratterizzati (età, sesso ecc.) e verificati.

Sono stati segnalati casi in nove delle 30 aree sanitarie della zona sanitaria di Panzi: Kahumbulu, Kambandambi, Kanzangi, Kasanji, Kiama, Mbanza Kipungu, Makitapanzi, Mwini ngulu e Tsakala Panzi. La maggior parte dei casi (95,8%) sono segnalati dalle aree sanitarie di Tsakala Panzi (169), Makitapanzi (142) e Kanzangi (78). Nella zona sanitaria di Panzi, i bambini di età compresa tra 0 e 14 anni rappresentano il 64,3% di tutti i casi segnalati, con le fasce di età 0-59 mesi, 5-9 anni e 10-14 anni che rappresentano rispettivamente il 53%, il 7,4% e il 3,9% dei casi. Le femmine costituiscono il 59,9% dei casi totali. Tra i decessi, il 71% è di età inferiore ai 15 anni, con il 54,8% del totale in bambini di età inferiore ai cinque anni. Tutti i casi gravi sono stati segnalati come malnutriti. Ci sono 145 casi di età pari o superiore a 15 anni, di cui nove sono morti (CFR: 6,2%). I decessi si sono verificati principalmente nelle comunità dei villaggi.

L'area ha sperimentato un peggioramento dell'insicurezza alimentare negli ultimi mesi, ha una bassa copertura vaccinale e un accesso molto limitato alla diagnostica e alla gestione dei casi di qualità. C'è una mancanza di rifornimenti e mezzi di trasporto e carenza di personale sanitario nell'area. Le misure di controllo della malaria sono molto limitate. La presentazione clinica dei pazienti include sintomi quali febbre (96,5%), tosse (87,9%), affaticamento (60,9%) e naso che cola (57,8%). I principali sintomi associati alla morte includono difficoltà respiratorie, anemia e segni di malnutrizione acuta. "Sulla base del contesto attuale dell'area interessata e dell'ampia presentazione dei sintomi, è necessario escludere una serie di malattie sospette tramite ulteriori indagini e test di laboratorio. Questi includono, ma non sono limitati a, morbillo, influenza, polmonite acuta (infezione delle vie respiratorie), sindrome uremica emolitica da E. coli , Covid e malaria", spiega l'Oms.

Alla luce dell'attuale situazione, il livello di rischio complessivo per le comunità interessate è stato valutato come "elevato" dall'Oms.

A livello nazionale, il rischio è considerato moderato a causa della natura localizzata dell'epidemia all'interno della zona sanitaria di Panzi nella provincia di Kwango. Tuttavia, il potenziale di diffusione nelle aree limitrofe, unito alle lacune nei sistemi di sorveglianza e risposta, sottolineano la necessità di una maggiore preparazione.

A livello regionale e globale, il rischio rimane basso in questo momento. Tuttavia, la vicinanza dell'area interessata al confine con l'Angola solleva preoccupazioni circa la potenziale trasmissione transfrontaliera, e il monitoraggio continuo e il coordinamento transfrontaliero saranno essenziali per mitigare questo rischio. L'attuale fiducia nelle informazioni disponibili rimane moderata, poiché persistono lacune significative nei dati clinici, epidemiologici e di laboratorio.

Sono necessarie ulteriori indagini per chiarire se l'anemia osservata nei casi gravi sia collegata all'epidemia. L'ipotesi principale di malattia respiratoria dovrebbe essere convalidata studiando la sua relazione con l'influenza stagionale e altri potenziali fattori. Inoltre, le epidemie storiche, come quella di febbre tifoide segnalata nella zona sanitaria due anni fa, dovrebbero essere riviste per identificare le vulnerabilità ricorrenti che potrebbero informare gli attuali sforzi di risposta. Inoltre, comprendere i tassi generali di malnutrizione e identificare i casi di malnutrizione acuta nella popolazione colpita può informare l'assistenza nutrizionale appropriata e prevenire ulteriori decessi.

Per l'Africa Cdc la malattia X si riferisce a un "agente patogeno sconosciuto con il potenziale di causare gravi malattie e impatti estesi sulla salute pubblica. Rilevamento precoce, indagine e risposte coordinate sono essenziali per mitigare i suoi potenziali effetti".

"Africa Ccdc è pienamente impegnata a supportare gli Stati membri nella salvaguardia della salute pubblica - ha affermato Jean Kaseya, Direttore generale di Africa Cdc -. Il nostro ruolo in questa missione è collaborare con il Ministero della Salute della RDC e i partner, assicurando risposte basate su prove che rafforzino la sicurezza sanitaria in Africa. Insieme, possiamo identificare e affrontare questa minaccia emergente, gettando le basi per soluzioni sostenibili".

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