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Caffè, un rito quotidiano alleato contro il diabete

Diabetologia Redazione DottNet | 12/11/2024 13:52

Un recente studio pubblicato su Diabetes & Metabolic Syndrome: Clinical Research & Reviews e online sul sito di ISIC riafferma il potere benefico del caffè nell’aiutare a prevenire lo stress ossidativo e nel ridurre il rischio di sviluppare questa ma

Un recente studio pubblicato su Diabetes & Metabolic Syndrome: Clinical Research & Reviews e online sul sito di ISIC riafferma il potere benefico del caffè nell’aiutare a prevenire lo stress ossidativo e nel ridurre il rischio di sviluppare questa malattia

– "Quattro caffè al giorno aiutano a togliere il diabete di torno": per rivisitare il famoso proverbio popolare non serve usare la fantasia, lo dice la scienza. Le più recenti evidenze scientifiche, tra cui quelle messe in luce da ISIC (Institute for Scientific Information on Coffee) in un recente studio del 2024 e pubblicato su Diabetes & Metabolic Syndrome: Clinical Research & Reviews, infatti, confermano nuovamente il ruolo benefico del caffè su quella che è stata definita "l’epidemia del nuovo millennio"[i]: il diabete.

Con oltre mezzo miliardo di persone a esserne colpite e la previsione di sfiorare gli 800 milioni di casi entro il 2045[ii], questa malattia, in particolare quella di tipo 2, rappresenta per i sistemi sanitari di tutto il mondo una vera e propria sfida, dall’impatto economico e sociale molto elevato.

Per questo, in occasione della Giornata Mondiale del Diabete che ricorre ogni anno il 14 novembre, è importante ricordare che uno degli strumenti più utili per prevenire e contrastare i rischi di una patologia strettamente legata a stili di vita sempre più sedentari è una dieta sana, variegata ed equilibrata, con l’apporto di alimenti che possono avere un effetto positivo sul metabolismo del glucosio. Come, appunto, il caffè.

Caffè e diabete, cosa dice la scienza

Oltre ad avere ispirato nel corso dei secoli poeti, artisti e filosofi, il caffè ha da sempre esercitato un forte fascino anche su donne e uomini di scienza, interessati a comprendere i benefici sulla salute che sono racchiusi all’interno della tazzina. Curiosità e desiderio di conoscenza hanno alimentato negli anni un corpus scientifico notevole, in cui ampio spazio è dedicato proprio alla capacità di questa bevanda di ridurre il rischio di sviluppare il diabete.

Sono numerose le evidenze scientifiche che ISIC (Institute for Scientific Information on Coffee), ha raccolto sul tema, tra cui un recente studio del 2024, pubblicato su Diabetes & Metabolic Syndrome: Clinical Research & Reviews.[iii] La ricerca ha ulteriormente confermato il contributo del caffè nel prevenire lo stress ossidativo e i disturbi correlati al diabete di tipo 2, come malattie cardiovascolari e obesità, e ha sottolineato come questa bevanda, sia con presenza di caffeina sia nella variante decaffeinata, sia associata a una riduzione del rischio di sviluppare questa malattia.

A rendere il caffè un potente alleato per contrastare il diabete sono alcune delle numerose molecole bioattive che sono contenute al suo interno come i polifenoli, antiossidanti naturali di cui il caffè, in particolare quello espresso, è una fonte preziosa. Sono diversi gli studi che attribuiscono a queste sostanze delle vere e proprie proprietà antidiabetiche, in particolare la capacità di influenzare positivamente il metabolismo del glucosio[iv],[v]. Ma non sarebbero le sole responsabili: un ruolo importante è esercitato allo stesso modo dagli alcaloidi[vi], in primis dalla caffeina, principio attivo per eccellenza del caffè e in grado di migliorare la secrezione dell’insulina[vii], ma anche dalla trigonellina, che aiuterebbe a mantenere ottimali i valori della glicemia[viii]. 

Un pieno di benessere, nelle giuste dosi

Se la scienza, attraverso queste nuove ricerche, riafferma il ruolo positivo del caffè nella prevenzione del diabete, qual è la dose quotidiana più corretta per poter assicurare al proprio organismo questo effetto benefico? Vale sempre la regola della moderazione, come ricorda anche il recente studio rilanciato da ISIC3 che conferma la raccomandazione dell’EFSA secondo cui è bene non superare i 400mg di caffeina al giorno[ix]: bere 3-4 tazzine di caffè, senza l’aggiunta di zucchero o di latte[x], consentirebbe di ridurre in modo molto significativo il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 rispetto a chi lo consuma di meno o per nulla[xi]. Un parere scientifico che non può che fare felici tutti i coffee lover, tra cui milioni di italiani, che amano scandire la propria quotidianità con l’amata tazzina, un vero e proprio rito che fa iniziare ogni nuovo giorno con la giusta carica, accompagnando i diversi momenti della giornata tra relax e gusto. Perfino il coffee break per rompere la routine con colleghi e amici può aiutare a tenere lontano il diabete: consumare caffeina da mezz’ora a quattro ore prima di un pasto, infatti, può inibire il tasso metabolico acuto3.

"Il caffè è un rito che fa parte della quotidianità di miliardi di persone nel mondo, per questo è importante sottolineare quanto questa abitudine sia ‘buona’ anche per la salute, soprattutto per contrastare una malattia sempre più diffusa come il diabete", dichiara Michele Monzini, presidente di Consorzio Promozione Caffè, il Consorzio che da oltre 30 anni riunisce le principali aziende che producono e commercializzano le diverse tipologie di caffè oltre che i produttori di macchine professionali per l’Ho.Re.Ca e fornitori di attrezzatura. "Grazie alla ricerca scientifica, possiamo comprendere quanto questa bevanda sia un alleato eccezionale per la nostra salute. Per questo come Consorzio Promozione Caffè promuoviamo la cultura del caffè e il suo consumo consapevole, per valorizzar una delle eccellenze del Made in Italy nel mondo".

Riferimenti

Jovanovic L, Gondos B. Type 2 diabetes: the epidemic of the new millennium. Ann Clin Lab Sci. 1999 Jan-Mar;29(1):33-42. PMID: 10074966.

Magliano DJ, Boyko EJ; IDF Diabetes Atlas 10th edition scientific committee. IDF DIABETES ATLAS [Internet]. 10th ed. Brussels: International Diabetes Federation; 2021. PMID: 35914061.

Mohamed AI, Erukainure OL, Salau VF, Islam MS. Impact of coffee and its bioactive compounds on the risks of type 2 diabetes and its complications: A comprehensive review. Diabetes Metab Syndr. 2024 Jul;18(7):103075. doi: 10.1016/j.dsx.2024.103075. Epub 2024 Jul 16. PMID: 39067326.

Chapple, B.; Woodfin, S.; Moore, W. The Perfect Cup? Coffee-Derived Polyphenols and Their Roles in Mitigating Factors Affecting Type 2 Diabetes Pathogenesis. Molecules 2024, 29, 751. https://doi.org/10.3390/molecules29040751

Hiramatsu T, Tajima O, Uezono K, Tabata S, Abe H, Ohnaka K, Kono S. Coffee consumption, serum γ-glutamyltransferase, and glucose tolerance status in middle-aged Japanese men. Clin Chem Lab Med. 2013 Jun;51(6):1233-9. doi: 10.1515/cclm-2012-0700. PMID: 23314542.

Ramerth, A.; Chapple, B.; Winter, J.; Moore, W. The Other Side of the Perfect Cup: Coffee-Derived Non-Polyphenols and Their Roles in Mitigating Factors Affecting the Pathogenesis of Type 2 Diabetes. Int. J. Mol. Sci. 2024, 25, 8966. https://doi.org/10.3390/ijms25168966

Rajput, A.; Sharma, R.; Bharti, R. Pharmacological activities and toxicities of alkaloids on human health, Materials Today: Proceedings, Volume 48, Part 5, 2022, Pages 1407-1415, ISSN 2214-7853, https://doi.org/10.1016/j.matpr.2021.09.189.

Ganeshpurkar, A.; Diwedi, V.; Bhardwaj, Y. In vitro α -amylase and α-glucosidase inhibitory potential of Trigonella foenum-graecum leaves extract. AYU (An International Quarterly Journal of Research in Ayurveda) 34(1):p 109-112, Jan–Mar 2013. | DOI: 10.4103/0974-8520.115446

Il consumo moderato di caffè può essere definito come 3–5 tazze al giorno, sulla base della Opinione Scientifica sulla sicurezza della caffeina dell'EFSA.

Lee JH, et al. (2016). Effect of coffee consumption on the progression of type 2 diabetes mellitus among prediabetic individuals. Korean J Fam Med. 37(1):7-13.

Carlstrom M & Larsson SC.(2018). Coffee consumption and reduced risk of developing type 2 diabetes: asystematic review with meta-analysis. Nutr Revs. 76(6):395-417.

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