La replica di Roberto Romizi (medico, Presidente di ISDE Italia) e di Fausto Bersani Greggio (fisico e componente del comitato scientifico di ISDE Italia)
Gentile Direttore,
Che bello essere rassicurati!
Adesso ci sentiamo più tranquilli e sereni. Forse abbiamo preso solo un abbaglio…o forse dovremmo dire migliaia di abbagli, ripetutamente. L’ICNIRP è sicuramente un ente terzo privo di conflitti di interesse che ha analizzato a trecentosessanta gradi tutto lo scibile umano sugli effetti delle radiofrequenze/microonde (RF/MW).
(https://www.rai.it/dl/doc/1543420459649_onda_onda_report.pdf)
Pensate – partendo da uno studio quasi banale – utilizzando un fantoccio antropomorfo riempito di un gel proteico (alla fine evidentemente il corpo umano è veramente un’entità semplice) ha verificato che il rischio certo è quello termico. Persino i tecnici della Swisscom, nella presentazione di un loro brevetto nel 2004, hanno evidentemente scritto una sciocchezza: addirittura facevano riferimento al fatto che le esposizioni a RF/MW possono determinare un incremento di rischio di cancro dovuto ad un effetto non termico…no sicuramente quando si riferivano ad alterazioni genetiche o epigenetiche devono aver commesso un errore.
(https://patentimages.storage.googleapis.com/ff/bf/83/e81ac4491bebcb/WO2004075583A1.pdf)
Anche il Dott. J. Lin, membro dell’ICNIRP fino al 2016, quando a maggio 2023 ha pubblicato su IEEE Microwave Magazine un articolo inerente ai Limiti e alle Raccomandazioni relative alla sicurezza sanitaria per le RF, deve aver preso, quella che si definisce, una vera e propria cantonata. Chissà a cosa stava pensando quando, analizzando le Linee Guida ICNIRP, scriveva:
Questi limiti sono concepiti per limitare il riscaldamento a breve termine mediante radiazioni RF e mirano a prevenire l'aumento della temperatura dei tessuti. Pertanto, non sono applicabili all'esposizione a lungo termine a bassi livelli…non proteggono adeguatamente i bambini, i lavoratori o il pubblico dall'esposizione alle RF o le persone con sensibilità alle radiazioni elettromagnetiche da dispositivi e sistemi wireless…., si percepisce una mancanza di apprezzamento delle conoscenze scientifiche sulla tossicologia cronica e sulla cancerogenicità per quanto riguarda le esposizioni RF… i limiti si basano su informazioni obsolete e aggirano importanti dati sugli animali…. Gli ultimi dati sugli animali dovrebbero aiutare ad aggiornare la classificazione alla categoria "probabilmente cancerogeno", se non ad elevarla a un livello superiore. Questi problemi sono ancora più rilevanti nel caso delle radiazioni a onde millimetriche delle comunicazioni mobili 5G per le quali non esistono studi adeguati sugli effetti relativi alla salute nella letteratura pubblicata….
(https://ieeexplore.ieee.org/document/10121536)
Per non parlare poi della Dott.ssa F. Belpoggi: chiamata a relazionare al Servizio di Ricerca del Parlamento Europeo, ha presentato un report in cui sono stati analizzati 950 articoli sulla cancerogenicità delle radiofrequenze nell'uomo e 911 articoli su studi sperimentali sui roditori, per un totale di 1861 studi. Per quanto riguarda gli studi sugli effetti riproduttivi e sullo sviluppo, sono stati presi in esame 2834 documenti per l'epidemiologia e 5052 studi per studi sperimentali sui roditori, per un totale di 7886 studi. E quali sarebbero le conclusioni di oltre 9700 studi? Sembra che al di sotto dei 6 GHz queste frequenze siano probabilmente cancerogene per l'uomo e influenzino chiaramente la fertilità maschile. Inoltre pare possano influenzare la fertilità femminile ed avere effetti negativi sullo sviluppo di embrioni, feti e neonati (…vien da dire per fortuna non sono stati condotti studi adeguati sugli effetti non termici delle frequenze più alte…).
(https://www.europarl.europa.eu/stoa/en/document/EPRS_STU(2021)690012)
Si ma l’ICNIRP dice che possiamo stare tranquilli con i loro tetti di esposizione, figuriamoci con quelli italiani: il valore di attenzione di 6 V/m per fortuna, ci è stato spiegato chiaramente, è ipercautelativo, anche se privo di fondamento scientifico. L’ICNIRP ha utilizzato un FATTORE DI RIDUZIONE 50 per la popolazione in generale e anche le DIFFERENZE FISIOLOGICHE delle persone sono state considerate nel definire i limiti di esposizione…meno male. Però sorge un dubbio: il fattore di riduzione riguarda il campo elettromagnetico, quindi quando si applica al solo campo elettrico (espresso in V/m) va sostituito dalla sua radice quadrata. Lo studio condotto dall’Istituto Ramazzini su 2448 ratti in condizioni di esposizioni in campo lontano, simulando la situazione generata da un’antenna SRB e non da un cellulare, ha trovato un aumento del rischio di cancro (Schwannoma), statisticamente significativo, per un’esposizione a 50 V/m, e un’assenza di rischio a 25 V/m. Quindi saremmo portati a concludere che la soglia di rischio, statisticamente accertato per i tumori cerebrali e cardiaci, si attesta tra 25 e 50 V/m. Bene questo l’abbiamo capito, ma se utilizziamo lo stesso fattore di protezione dell’ICNIRP, ovviamente tenendo conto che bisogna usare la radice quadrata di 50, viene fuori un range compreso tra 3,35 V/m e 7,07 V/m. Il valore di attenzione di 6 V/m si trova proprio nella parte alta di questo intervallo…..non è che per caso, e diciamo puramente per caso, abbiamo per le mani il valore giusto di riferimento per la protezione dalle RF/MW?
(https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0013935118300367?via%3Dihub)
No. L’ICNIRP ci tranquillizza sia sullo studio del Ramazzini che del ntp: tali studi non hanno dimostrato che l'esposizione a cem rf abbia iniziato o promosso il cancro nei roditori, e pertanto sono coerenti con la letteratura scientifica. L’ICNIRP basa le sue linee guida ed i limiti consigliati sulla revisione della letteratura esistente in ambito sanitario. Meno male che ci viene ricordato che alla fine ciò che conta non è la quantità, ma la qualità degli studi e finalmente c’è qualcuno che mette un punto di chiarezza su tutto.
Il quadro generale, adesso, è perfettamente chiaro, aggiornato e rassicurante, per fortuna. L’essere umano è tutt’altro che un sistema complesso, dobbiamo stare attenti solo a non aumentare troppo la nostra temperatura…nient’altro, del rischio cancerogeno non dobbiamo preoccuparci. Poi se proprio uno volesse coltivare il dubbio in modo esasperato, beh c’è sempre l’intelligenza artificiale: possiamo interpellare una chat bot, chiederle qualsiasi cosa ed avremo una risposta.
Roberto Romizi
Fausto Bersani Greggio
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